Ad Anghiari (Arezzo), luogo della battaglia combattuta il 29 giugno 1440 tra le truppe milanesi dei Visconti ed una coalizione guidata dalla Repubblica di Firenze, comprendente Venezia e lo Stato Pontificio, ospita una mostra che ripercorre l’epico scontro tramite i ritratti cinquecenteschi voluti da Cosimo I de’ Medici. L’esposizione dal titolo ‘Arte di governo e la battaglia di Anghiari. Da Leonardo da Vinci alla serie gioviana degli Uffizi’, ospitata al Museo della Battaglia fino al 12 gennaio 2020, è stata realizzata in occasione del cinquecentenario dalla morte di Leonardo Da Vinci, a cui si deve il celebre affresco perduto.
Il curatore Mazzi: «Collaborazione con Uffizi fondamentale» La rassegna presenta le raffigurazioni dei capitani delle parti avverse e consente di scoprire la loro storia e il messaggio leonardesco espresso con la ‘zuffa per lo stendardo’. «La collaborazione con le Gallerie degli Uffizi di Firenze e con il direttore Eike Schmidt è stata fondamentale – ha spiegato il curatore della mostra e direttore del Museo della Battaglia, Gabriele Mazzi – Gli Uffizi posseggono, oltre a celebratissimi capolavori, un patrimonio di straordinario valore: i ritratti della cosiddetta serie gioviana, fortemente voluti da Cosimo I de’ Medici, che rappresentano il risultato di una politica che si fonda sul pensiero umanistico, sulla scia degli studi di Giorgio Vasari e soprattutto di Paolo Giovio. È dalla collezione dei ritratti di Giovio che Cristofano di Papi dell’Altissimo realizza le sue versioni dei personaggi illustri».
La mostra propone, inoltre, due testimonianze straordinarie della perduta ‘Battaglia di Anghiari’ affrescata da Leonardo in Palazzo Vecchio a Firenze: la Tavola Doria e la monumentale ‘zuffa’ proveniente dal Museo Horne di Firenze. Nell’esposizione c’è poi il ritratto di Cosimo il Vecchio de’ Medici realizzato da Bronzino, ritrattista di corte e maestro di Cristofano. «Grazie a questi straordinari lavori cinquecenteschi i personaggi della battaglia tornano a dialogare fra loro nel luogo che è stato il teatro dell’evento storico», ha aggiunto Mazzi.