Dopo il calo di presenze turistiche nelle strutture alberghiere e museali di Siena e provincia registrato negli ultimi mesi, gli operatori del settore aderenti a Confcooperative Siena tracciano la rotta per uscire dall’empasse. Aprirsi a collaborazioni e sinergie tra diversi operatori del settore ricettivo e turistico per cercare di andare oltre il booking ricollocando l’intera offerta in un’ottica di servizi per il visitatore, è questa la ricetta che arriva dal mondo della cooperazione senese. «La collaborazione tra enti, associazioni e amministratori è l’unica soluzione – sostiene Mario Marchi, presidente di Confcooperative Siena -. Un passaggio che però deve necessariamente passare attraverso l’adeguamento delle infrastrutture di collegamento con gli altri centri toscani e italiani ma anche da una rivisitazione dell’offerta culturale e turistica. Il settore ha bisogno di una generale ricollocazione per cercare, attraverso il brand-Siena, di non veicolare non più solo prodotti di eccellenza ma una serie di servizi per il turista».
Migliorare le infrastrutture– Mancanza di collegamenti veloci che, secondo molti operatori turistici aderenti a Confcooperative Siena sono una delle cause principali dei minori flussi turistici del senese. «E’ stata la poca lungimiranza della classe politica senese a farci arrivare in questa situazione di empasse – tuona Franco Dei, presidente della cooperativa Siena Hotels Promotion e consigliere provinciale di Confcooperative Siena -: il mancato adeguamento dell’aeroporto di Ampugnano ci ha tagliato fuori dai flussi turistici di maggiore portata. Basti vedere il caso di Pisa: dieci anni fa i turisti all’ombra della Torre pendente erano poca cosa rispetto a quelli in Piazza del Campo. Oggi la situazione si è ribaltata. Addirittura è Firenze che ha iniziato a temere Pisa e il raddoppiamento del suo aeroporto va in quest’ottica. Siena, che ha infrastrutture (stradali e ferroviarie) inadeguate per un collegamento veloce, rimane arretrata e tagliata fuori. Oggi il turismo va rivisto per cercare di offrire al visitatore pacchetti completi, tramite convenzioni tra le diverse strutture ricettive (dall’albergo al ristorante, dall’agriturismo al museo, dal maneggio alla piscina o al parco) che durino circa 3-4 giorni – conclude Dei -. Però se mancano adeguate infrastrutture che, soprattutto per quanto riguarda i trasporti, permettano un arrivo agevole e una fruizione agile del brand-Siena, il nostro territorio continuerà ad essere svantaggiato rispetto ad altri».
Ricollocare i servizi– Implementare collaborazioni e sinergie è l’obiettivo principale di chi si muove nel campo dei beni culturali e ambientali. «Occorre fare squadra con tutti gli operatori e tutte le associazioni che si occupano di turismo – sostiene Ippolita Lorussopresidente della Cooperativa Elicona e consigliere di presidenza di Confcooperative Siena -. Albergatori, ristoratori, agriturismi, musei ma anche aziende agricole: tutti devono essere pronti a collaborare e a cooperare tra di loro. Il marketing turistico oggi viaggia su pacchetti che offrono servizi al visitatore e che gli permettono di scoprire come ogni angolo del senese conservi al suo interno una perla a livello culturale, piuttosto che paesaggistico o enogastronomico. Oggi ci sono meno risorse e quindi anche una minore capacità di investire – chiude Lorusso -, ma una cabina di regia turistica a 360° condivisa da tutti gli operatori del settore ricettivo offrirebbe una marcata possibilità per migliorare lo stato delle cose».
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