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FIRENZE – Riapre ufficialmente nel cimitero fiorentino di Rifredi la Cappella dei Partigiani, uno dei luoghi più significativi per la memoria del sacrificio e dell’amore per la libertà di chi, scegliendo da che parte stare, ha combattuto per liberare Firenze dal nazifascismo.

Sono terminati i lavori di restauro curati dalla Federazione regionale toscana delle associazioni antifasciste e della Resistenza e sostenuti dalla Regione Toscana attraverso i contributi previsti dalla legge regionale 38/2002 per la tutela del patrimonio storico, politico e culturale dell’antifascismo e della Resistenza. Alla cerimonia di riapertura a cui hanno partecipato l’assessora alla cultura della Memoria della Regione Toscana Alessandra Nardini, il presidente della Federazione Regionale Toscana delle Associazioni Antifasciste e della Resistenza Roberto Ragazzini, l’assessore del Comune di Firenze Alessandro Martini, il presidente del Quartiere 5 Cristiano Balli e Luca Brogioni dell’Istituto Storico della Resistenza.

Assessora Nardini: «Restituiamo un luogo fondamentale per non dimenticare il sacrificio di tanti»

«E’ un momento importante per la cultura della Memoria di Resistenza e antifascismo – ha affermato l’assessora regionale Nardini – Oggi restituiamo ai cari di chi è caduto per liberare il nostro Paese e alla cittadinanza tutta un luogo fondamentale per non dimenticare il sacrificio di tante donne e uomini. L’emergenza sanitaria ha costretto a rinviare l’ultimazione dei lavori, ma finalmente nella mappa della Memoria fiorentina e regionale torna ad essere fruibile questo luogo così significativo».

La Cappella dei Partigiani

Nella Cappella, dal 1949, riposano coloro che caddero nelle giornate dell’insurrezione che nell’agosto del ‘44 portò alla Liberazione del capoluogo toscano dall’occupazione nazifascista. E’ il luogo in cui furono raccolte le spoglie, dopo la riesumazione dei resti dei caduti che fino a quel momento non avevano trovato degna sepoltura e che al termine della guerra furono provvisoriamente allocate presso un convento di frati cappuccini. Sono 188 le salme di partigiani ospitate. Principale promotore dell’intervento di restauro è stato il partigiano Leandro Agresti, classe 1924, che in gioventù fu tra i più attivi nelle operazioni di riesumazione di uomini e donne che persero la vita durante scontri e battaglie, al fine di individuare un luogo adeguato di sepoltura.