Oltre 200 pazienti colpiti da ictus in tre anni e presi in carico dall’ospedale di Grosseto attraverso un team multidisciplinare che fa parte della Rete Stroke. Sono i numeri che caratterizzano una patologia molto difficile. L’ictus cerebrale, infatti, è la più frequente emergenza neurologica nella popolazione dei paesi occidentali. E’ la principale causa di disabilità, la seconda causa di demenza e la terza causa di morte, con conseguenti enormi costi sanitari e sociali per i sistemi sanitari. In Toscana sono stimati circa 10.000 casi all’anno.
Il trattamento Gli oltre 200 pazienti grossetani sono stati sottoposti alla fibrinolisi, una terapia di provata efficacia e indicata nelle prime 4 ore e mezza dall’insorgenza dei sintomi (patologia tempo-dipendente). Il trattamento fibrinolitico endovenoso è gestito da un team multidisciplinare formato da neurologi (in particolare Manuele Bartalucci e Simone Gallerini) e medici del PS (soprattutto Vincenzo Groccia e Dario Marietti). Questi professionisti si avvalgono della stretta collaborazione della Neuroradiologia (in particolare Mauro Zocchi e Marco Cirinei) per l’aspetto diagnostico, oltre ad avere un contatto sistematico con la Stroke Unit e la Neuroradiologia dell’A.O.U. Senese per il trattamento endovascolare. Grosseto è centro di riferimento per la fibrinolisi endovenosa sistemica anche per gli altri quattro ospedali (Castel del Piano, Massa Marittima, Orbetello e Pitigliano). Inoltre è l’unico presidio provinciale in grado di eseguire esami neuroradiologici di secondo livello (AngioTAC, TAC perfusionale e Risonanza Magnetica).
Percorso, che garantisce una riduzione della disabilità «Dal 2016 al 2018 sono stati trattati con le diverse modalità terapeutiche oltre 200 pazienti, 180 sottoposti a fibrinolisi endovenosa e 78 pazienti sono stati inviati a Siena per terapia endovascolare (24 nel 2016, 27 nel 2017 e nel 2018) – spiegano Mauro Breggia, direttore del Ps/Dea, e Roberto Marconi, direttore della Uo di Neurologia di Grosseto – Numeri significativi, a nostro avviso. L’auspicio è che questo percorso, che garantisce una riduzione della disabilità e un miglioramento del tasso di sopravvivenza, venga implementato e sostenuto con risorse ulteriori, finalizzate a rafforzare le performance dello Stroke Team, costituito da professionisti appassionati e competenti, che con grande spirito di servizio svolgono in parallelo un delicato ma importante servizio sanitario nella nostra comunità».