Da martedì scorso Daniele Pradè, dopo quattro anni di lavoro alla Fiorentina, non è più il direttore sportivo della Fiorentina. Al suo posto, senza colpi di scena, tornerà Pantaleo Corvino, un passato già nel club gigliato guidato dalla famiglia Della Valle. Ha vinto il partito della restaurazione, con la Fiorentina che di fatto ‘getta a mare’ il proprio progetto aziendale degli ultimi 48 mesi, frutto di un depauperamento tecnico ed una gestione societaria che ha scosso tutto l’ambiente gigliato e che, sostanzialmente, non convince nessuno.
Restaurazione viola Tutto cambia perchè niente cambi mai nella società viola: già ‘silurati’ in un’estate che deve ancora cominciare un ex club manager, Vincenzo Guerini, un d.s., Daniele Prade’, ed un capitano e simbolo nello spogliatoio Manuel Pasqual, e con altri dirigenti sul piede di partenza. Pedro Pereira ha già presentato le sue dimissioni e anche mister Paulo Sousa potrebbe arrivare alla rottura con Corvino, figura poco propensa alla diplomazia e molto al ‘tuttofarismo’. Il neo responsabile mercato viola ha già un nome segnato sul suo taccuino nel caso il mister di Viseu lasciasse: Marco Giampaolo.
Il lavoro di Pantaleo Corvino Facile intuire invece quali saranno le prossime mosse in termini di trattative, visto che nello spogliatoio viola della prima gestione targata Pantaleo Corvino il vero responsabile del mercato veniva identificato nella figura dell’agente Fali Ramadani, fautore si di aver portato a Firenze elementi quali Jovetic, Ljajic e Nastasic, ma con il retrogusto amaro anche di ‘sole’ clamorose, nelle famose offerte: paghi un giocatore vero e ne prendi anche tre che non servono all’allenatore, e creano pure disequilibri al bilancio (esempi chiarificatori sono Bakic, Rebic, Marin e Gulan ma anche Seferovic ).
L’addio di Pradè Daniele Pradè, mandato non più tardi una settimana fa alla presentazione di una maglia per la prossima stagione quando già sapeva quale sarebbe stato il suo destino in società, esce di scena rimpianto dalla maggioranza dei tifosi viola. Lascia per certi versi anche da sconfitto visto che dopo un primo anno in cui era elemento del tridente composto con Eduardo Macia e Vincenzo Montella, fu autore di una campagna acquisti coi fiocchi, vedi alla voce Gonzalo Rodriguez, Borja Valero, David Pizarro, Alberto Aquilani e l’intuizione geniale Giuseppe Rossi. Pradè è stato lentamente delegittimato e privato del potere d’azione sulle principali trattative.
Anche Sousa in bilico? Diverso il capitolo legato a Paulo Sousa. L’allenatore portoghese sta giocando da diversi mesi su più tavoli e, al momento, appare solido sulla panchina gigliata come un gatto sull’Aurelia. Non è impossibile ipotizzare che qualora arrivasse un’offerta da parte di un top club europeo, si arrivi al ritiro di Moena (al via il prossimo 9 luglio), con una nuova guida tecnico viola. E sul mercato? Si è già fatto filtrare attraverso alcuni media vicini alla proprietà che c’è da fare ancora una volta da ‘fare cassa’, nonostante gli zero euro investiti nelle ultime due campagne trasferimenti. Dunque in pole position ci sono le possibili partenze di Matias Vecino e Josip Ilicic.
Possibili ritorni eccellenti in società? Nel frattempo a Firenze è arrivato Gabriel Omar Batistuta, in Italia per commentare per Fox Sport la finale di Champions League. Il club gigliato starebbe cercando una nuova figura, un ex giocatore viola, per fare da punto di congiunzione tra proprietà e squadra. Ma anche Batistuta, il ‘Re Leone’, non rientrerebbe nei canoni graditi alla famiglia Della Valle. Detto che Martin Jorgensen potrebbe farsi tentare da tale candidatura e che Giancarlo Antognoni non ha chance (pessimi i rapporti con gli azionisti di maggioranza), nel festival del passato che torna c’era chi aveva parlato di Luca Toni. Però, capendo certe dinamiche, ha anche lui declinato e ha preferito rimanere a Verona in serie B.