Non c’è più tempo, la sveglia è già squillata, adesso è il momento di suonare la carica. Occorre «fare qualcosa, personalmente sarei per andare a votare». È quello che auspica Matteo Renzi, tornato nell’occhio del ciclone, dopo le ultime sue ultime uscite sullo stallo post-elettorale che si respira nella politica nazionale: tante le sollecitazioni che sono arrivate dal sindaco di Firenze che sono tornate a dividere il Pd, alle prese con le fumate nere che arrivano sul fronte della formazione del nuovo Governo. «Entro nelle aziende – ha detto il Rottamatore questa mattina – vedo i cassintegrati, la situazione. Facciano quel che gli pare, ma facciano qualcosa. Adesso, o Bersani riesce a spaccare i 5 Stelle oppure dovrà fare un accordo con il PdL». Parole che arrivano dalle frequenze di Radio 105 e dal varietà mattutino “Tutto Esaurito”. Ancora un’apparizione, per Renzi, non in una tribuna politica ma in un format d’intrattenimento, confermando la linea intrapresa con la contestata partecipazione ad Amici: «Non capisco – ha ribadito il sindaco di Firenze – la polemica ideologica su Amici. Alcuni radical chic mi dicono: come ti permetti? Come se gli italiani che guardano quel programma fossero un po' meno italiani dei radical chic. Alcuni tra i nostri non vogliono cambiare l'Italia ma cambiare gli italiani».

I temi caldi Renzi suona la carica dunque e scalda i motori per una campagna elettorale, forse prossima, ma che per lui (pare essere questo l’auspicio di molti italiani) non sembra essersi mai effettivamente chiusa. Intanto però, il sindaco di Firenze auspica che la macchina governativa torni a muoversi. «Prima si mettono in condizione di far funzionare il Parlamento e meglio è. Aspettare un mese per far cosa? – chiede Renzi – Vogliamo dare un segnale? Aboliamo il finanziamento pubblico ai partiti, c'è una proposta in Parlamento: se si riuniscono vanno in aula e votano e non c'è più. Facciamo una riforma costituzionale, eliminiamo il Senato e creiamo solo una Camera delle autonomie. Alcune cose si potrebbero fare subito. Non mi interessa aprire una polemica nel Pd, ma si sono subito arrabbiati. Io ho detto quello che pensa il 95% degli italiani e che lì nessuno ha il coraggio di dire».

Renzi premier? Ed è forse proprio questo il punto nevralgico che riguarda l’incredibile ascesa degli ultimi mesi di Matteo Renzi sul piano politico. In tanti guardano a lui come depositario di effettivi valori di rinnovamento e cambiamento, specie per la lenta e complessa macchina del potere italiano. In tal senso, il suo consenso aumenta con la staticità di un Pd forse un po’ troppo attaccato alle proprie ideologie per lasciar spazio a idee strutturalmente innovative, per un partito come per tutta la classe dirigente dello Stivale. E se Napolitano chiamasse il sindaco di Firenze al Quirinale e lo incaricasse di costituire il nuovo Governo? Renzi ci scherza su: «E' un'ipotesi che non è mai esistita. L'unico colle che posso frequentare è da queste parti, è Piazzale Michelangelo».