EnricoRossi_ToscanaL’inchiesta sulla Asl 1 di Massa «non influisce sulla mia ricandidatura a Governatore della Toscana. Sono state fatte tutte le verifiche e noi siamo in una botte di ferro da questo punto di vista» ed è «certo che mi ricandido anche con un rinvio a giudizio». Lo ha detto, rispondendo alle domande dei giornalisti, il presidente della Regione Enrico Rossi, che è indagato da tempo per falso ideologico nella vicenda del buco dell’azienda sanitaria apuana.

Una vicenda unica Rossi è intervenuto a margine della seduta del Consiglio regionale sulla riforma elettorale. «Il generale della Guardia di finanza Giuseppe Vicanolo – ha aggiunto riferendosi al da pochi mesi ex comandante delle fiamme gialle in Toscana – ha detto che la vicenda dell’Asl di Massa è unica. Io stesso ho denunciato la questione alla Procura, all’opinione pubblica, alla Corte dei Conti e le indagini svolte hanno dimostrato che i nostri bilanci sono sani. Per il resto tocca alle Procure determinarsi e aspettiamo che decidano quanto opportuno». Per Rossi «la Magistratura fa il suo compito e credo che ci si debba sottoporre ai giudizi, come già successo per il Parlamento o per esponenti del Governo».

Orgoglio di presidente La vicenda della Asl di Massa, sul cui buco è aperta un’inchiesta, «è un punto di orgoglio per un presidente». Così il presidente della Toscana Enrico Rossi, indagato da tempo nell’inchiesta. «Nessun presidente di Regione – ha spiegato – si è sottoposto a una verifica di questo tipo e nessuno ha mai denunciato un ammanco in una Asl». Secondo il governatore toscano «se la Guardia di Finanza del Paese facesse le verifiche nelle altre regioni, penso che ci sarebbero anche molte preoccupazioni per il Governo Renzi, e che non basterebbero 20 miliardi di euro perché forse ne servirebbero 25 o 27 per pareggiare le cose rispetto all’Europa».

In vetta alla classifica di gradimento Intanto proprio oggi Rossi conferma la sua leadership nel gradimento dei suoi cittadini anche nel secondo trimestre del 2014: lo rileva l’indagine Monitoregione, che completa il podio issando al secondo posto il neoeletto della Basilicata Marcello Pittella (Pd) e al terzo, pari merito, Stefano Caldoro della Campania (FI) e Luca Zaia (Ln) del Veneto. Rispettivamente, rende noto Monitoregione (dell’Istituto di ricerca Datamedia), con percentuali del 56,5, 55,3 e 52,5%. A seguire, informa Monitoregione, Nicola Zingaretti del Lazio (Pd, fotografato al 52%) e sesta (lo studio assegna 4 posizioni al podio) Debora Serracchiani del Friuli Venezia Giulia (Pd), che con il 51,8% scivola di tre posizioni rispetto alla terza piazza archiviata nel primo trimestre. In fondo alla classifica il presidente della Sicilia Rosario Crocetta (Pd), che con il 46,1% precede di poco il suo collega del Molise Paolo di Laura Frattura (Pd), con il 45,4%. Nell’arco degli ultimi dodici mesi i presidenti di Regione – evidenziano gli autori dello studio – hanno fatto registrare, «chi più chi meno e nessuno escluso, un forte ridimensionamento del loro consenso».