«Nel corso di questi anni la nostra regione si è alzata in piedi. Avevamo detto che era una regione seduta ed invece la crisi ha mosso questa regione che è riuscita a dare risposte a problemi di coesione. Avendo dimostrato che non ci siamo piegati per la crisi, ci proponiamo per la prossima legislatura di essere in cammino e se è possibile di correre. Se è possibile perché ci sono parametri da tenere di conto a livello nazionale ed europeo». Con queste parole il governatore uscente Enrico Rossi ha presentato la sua ricandidatura, a nome del Pd, per essere confermato come presidente della Regione Toscana alle prossime elezioni. Infatti questa mattina a Firenze si è tenuta una conferenza stampa a cui oltre ad Enrico Rossi, hanno partecipato il segretario regionale del Partito Democratico Dario Parrini ed il responsabile degli enti locali del Pd Stefano Bruzzesi che, hanno reso noto quella che era una notizia che tutti davano per scontata, dopo che non vi sono stati altri aspiranti del partito che hanno raccolto firme sufficienti per portare eventualmente Enrico Rossi alle primarie per la sua nuova candidatura a presidente della Regione.
Il lavoro al centro «Abbiamo fatto molte cose con le forze sociali ma dobbiamo metterci in cammino, correre. – ha aggiunto Enrico Rossi – Al centro del mio programma ci sarà il lavoro dove vogliamo che nessuno resti solo, stando vicino ai lavoratori ma anche agli imprenditori. Vogliamo essere una regione europea, dinamica. Mi sento la forza, l’energia per essere al fianco di questa regione nei prossimi cinque anni, con l’obiettivo, alla mia età, di mettere l’esperienza e la conoscenza che ho accumulato negli ultimi cinque anni».
La benedizione del Premier Una candidatura quella di Enrico Rossi per essere riconfermato come presidente della regione Toscana a nome del Pd, che ha avuto anche la benedizione del premier. «Ringrazio il mio partito e Matteo Renzi – ha sottolineato ancora l’attuale governatore della Toscana – Non c’era bisogno che ad ottobre scorso uscisse come ha fatto lui nei miei confronti. Non c’è stato niente in cambio della mia nuova candidatura a presidente della Regione. Con il premier ci dividono posizioni diverse ma comunque c’è grande lealtà reciproca. Ero pronto a fare le primarie ma non essendoci state altre candidature oltre la mia, sono pronto a fare la corsa per la mia eventuale nuova elezione».
La stoccata a Vendola La presentazione della candidatura è servita al segretario regionale del Pd Dario Parrini per togliersi anche qualche sassolino. «Sulle questioni urbanistiche, rispetto al paesaggio, nelle ultime 48 ore ci sono state un po’ di interviste che mi hanno fatto tenerezza, sia del sottosegretario Buitoni, del quale il consiglio regionale Toscana non sente bisogno di richiami così superbi, e che non trova giusti, sia del governatore Vendola. Siamo in grado di governarci da soli. Invitiamo il sottosegretario ad acquisire maggiore conoscenza anche nel modo in cui si costruiscono i processi decisionali in Toscana. L’altra è quella del governatore uscente della Puglia, che ha invitato il presidente Rossi a prendere la distanza sul modello di sviluppo del cemento. Rossi ha preso le distanze dal sovraccarico di cemento prima che Vendola facesse il governatore. Manderemo a Vendola un fascicolo: mentre lui era impegnato in questioni nazionali a far cadere qualche Governo, Rossi era già impegnato in politiche ambientali. Non accettiamo volentieri lezioni, ma su questo ci sentiamo di respingere le provocazioni al mittente».