Dipendenti regionali sul piede di guerra. Chiedono la tutela del servizio pubblico e quindi del loro posto di lavoro e se la prendono con il malfunzionamento della macchina regionale, con le troppe esternalizzazioni e le consulenze considerate sprechi della Regione. «Non siamo fannulloni» si ribellano i dipendenti pubblici, in una nota della Rappresentanza sindacale unitaria in cui si prendono di mira non solo governo e parlamento nazionale, ma anche la Regione Toscana colpevole di non aver coinvolto i dipendenti al tavolo della riorganizzazione dei servizi. Per tagliare i costi della politica, i rappresentanti sindacali dei dipendenti invitano prima di tutto a rivedere, ad esempio, emolumenti per consiglieri o assessori.
 
Contratto fermo al 2010 «Basta con il pollo di Trilussa – affermano nella nota – in base al quale si fa la media tra retribuzioni dirigenziali e stipendi del comparto, falsando così l'esiguità dei nostri stipendi». Secondo quanto reso noto, la Regione ha oggi circa 2.500 dipendenti e i dirigenti sono circa 200. «Le nostre buste paga – si lamentano i lavoratori – vanno da 1.000 euro al mese ad un massimo, per pochi lavoratori, di 2.200 euro e il contratto è fermo dal 2010».
 
Rivendicazioni a Palazzo La protesta andrà in scena domani dalle 9,30 alle 11,30 davanti al Consiglio regionale con un presidio che si ripeterà il 12 novembre davanti alla sede della Giunta

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