Sembra ormai cosa fatta la conferma di metà mandato alla presidenza del Consiglio regionale per Alberto Monaci. Non sarebbero, quindi, andate a segno le minacce di espulsione e allontanamento dallo scranno più alto di palazzo Panciatichi che a Siena i fedelissimi dell’ex sindaco lanciarono contro Monaci all’indomani delle dimissioni di Franco Ceccuzzi (leggi), cui erano seguite le dure repliche del presidente del Consiglio regionale che aveva gridato alle «epurazioni staliniane» (leggi).
«Noi siamo qui» E così mentre a Firenze si discuteva delle nuove cariche di metà mandato del parlamentino di via Cavour, lo stesso Monaci ha radunato oggi a Siena alcuni politici di primo piano della sua area di riferimento, quasi a dire alla Vasco Rossi, « Noi siamo qua, guardiamo quel che succede». E Monaci non si sottrae alle domande dei giornalisti e sulla sua riconferma o meno dice di essere parlamentarista convinto e che la scelta è rimessa «alla libera scelta dei consiglieri regionali. Mi rimetto alla valutazione dei miei colleghi che liberamente sceglieranno»
«A Siena patrimonio volatilizzato» Con riferimento, invece, alle ben note vicende senesi risponde con un laconico «Chi vivrà vedrà». E poi spiega, quasi ce ne fosse bisogno che «Siena è in Toscana e in Italia», quasi a togliere la città da quello splendido isolamento e autonomismo cui era sembrata piombare negli ultimi anni. «Il mondo gira – dice ironicamente Monaci – e il compianto Galileo per non essere arrostito dai preti disse che forse aveva sbagliato. Però poi aggiunse “eppur si muove”: salvò così la pelle ma non rinnegò quel che aveva visto. Io non rinnego niente. Siccome il patrimonio di questa comunità, di cui facciamo parte da sempre, si è volatilizzato, e io non credo di aver portato via niente, voglio capire se, magari per errore, chi il danno l’ha fatto. Io cerco di capire questo e di far capire il come e il perché».
I messaggi da interpretare anche questa volta non mancano. Poi Monaci è entrato a seguire il convegno organizzato (leggi) cui hanno partecipato, tra gli altri, il ministro dell’ambiente Corrado Clini (guarda)e il deputato Giuseppe Fioroni (guarda), uno che sulle questioni senesi è molto ben informato, non mancando nel passato di far sentire la sua opinione.