reati_ambienteToscana sesta in Italia per illegalità ambientale con 1.989 infrazioni accertate nel 2013, corrispondenti al 7% dei reati registrati su scala nazionale. E’ quanto emerge dal rapporto Ecomafia 2014 presentato da Legambiente. Rispetto agli anni precedenti calano gli incendi boschivi, ma crescono quasi del doppio i reati nel ciclo dei rifiuti (412) e rimangono invariati quelli del cemento (330). In crescita anche i fenomeni connessi al racket degli animali. La Toscana, spiega Legambiente, figura tra le regioni maggiormente colpite, subito dopo quelle a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Calabria, Sicilia e Puglia), e il Lazio. Nel 2013 le persone denunciate per reati relativi all’illegalità ambientale sono state 2008, 2 gli arresti; 559 i sequestri eseguiti.

448 persone denunciate Nel dettaglio, per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti, nel 2013 sono state denunciate 448 persone, 160 i sequestri effettuati. Arezzo la provincia col numero più alto di infrazioni accertate (76), seguita da Firenze (72, Siena (67) e Prato (50). «Dalle evidenza investigative – si legge nel rapporto Ecomafia 2014 – notiamo che come la Toscana sia stata e sia ancora un territorio di transito di flussi illeciti di rifiuti, smaltiti illecitamente o re-immessi nel mercato parallelo del riuso e riciclo». 330 le infrazioni accertate nel ciclo del cemento, il 6% del totale nazionale. 513 le persone denunciate e 60 i sequestri eseguiti. Per quanto riguarda il racket degli animali, nel 2013 cresce il numero di infrazioni accertate, 551, rispetto agli anni precedenti. 488 le denunce e 127 i sequestri. Tra i reati commessi, bracconaggio, commercio illegale di specie protette, pesca di frodo. Sul fronte dei reati contro il patrimonio culturale, la Toscana è al quarto posto a livello nazionale, con 83 furti accertati, pari al 9,5% del totale nazionale. In aumento anche i furti nei musei e nelle aree archeologiche