Nessun elemento utile alle indagini è emerso dall’analisi dei telefonini e dei social network seguiti dai compagni di classe della senegalese quattordicenne che frequenta un istituto tecnico a Pisa e che nella primavera scorsa ha ricevuto sette lettere di insulti a sfondo razzista, scritte da una mano anonima e lasciate sul suo banco o all’interno del suo diario. E’ quanto si apprende a quasi un mese di distanza dalle perquisizioni fatte in classe dai Carabinieri e culminate nel sequestro dei cellulari.
Indagini su facebook L’indagine, coordinata dalla Procura Minorile di Firenze, resta a carico di ignoti e ipotizza il reato di ingiuria e danneggiamento perché alla giovane furono strappate anche alcune pagine di libri e quaderni. Intanto, un legale pisano, nominato dalla famiglia di uno degli alunni della classe al centro dell’indagine, ha presentato istanza di dissequestro per tornare in possesso del telefono del suo assistito. La notizia è riportata stamani dal quotidiano Il Tirreno. Secondo quanto si apprende in ambienti investigativi, tuttavia, l’esame dei telefonini e dei social network (i Carabinieri si sono fatti consegnare le password di accesso dagli alunni) non ha fornito elementi utili né evidenziato condotte anomale tra i coetanei della quattordicenne.
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