Meno pesticidi utilizzati in Toscana, ma ancora preoccupante la situazione della qualità delle acque. A dirlo è la Cia Toscana, analizzando il Rapporto nazionale pesticidi nelle acque 2013-2014, pubblicato recentemente da ISPRA, dal quale emergono due dati: da un lato viene riconosciuto il rilevante impegno degli agricoltori per la riduzione dei pesticidi (in Toscana -30% di prodotto distribuito per ettaro nel 2014 rispetto al 2001); dall’altro lato vengono rilevate situazioni di eccesso di residui di pesticidi nelle acque.
«I dati diffusi da ISPRA – sottolinea Luca Brunelli, presidente Cia Toscana – non possono lasciarci indifferenti, proprio perché, come riconosce lo stesso ISPRA, siamo stati in questi anni attivi protagonisti di una costante riduzione dell’impatto ambientale delle attività agricole. Evitiamo i facili allarmismi e le polemiche ideologiche – prosegue Brunelli – ma prendiamo sul serio i dati ISPRA e cerchiamo tutti, agricoltori e Istituzioni, di intensificare gli sforzi per migliorare ulteriormente le performances ambientali dell’agricoltura Toscana». Secondo Cia Toscana è necessario approfondire attentamente il rapporto: in primis tenendo presente che le risultanze emerse in Toscana sono anche dovute ad un monitoraggio efficace, che pochissime regioni attuano; in secondo luogo analizzando i dati per tipologia di risorsa idrica e su scala territoriale. Ad una prima lettura, sottolinea Cia Toscana, i casi di residui al di sopra dei valori di Legge, riguardano le acque superficiali di alcune aree circoscritte, mentre in buona parte del territorio toscano tali residui rientrano nei limiti. Meno critica appare la situazione delle acque sotterranee e delle falde freatiche. Di fronte a questo quadro, afferma Cia Toscana, occorre innanzitutto intervenire con azioni immediate nelle situazioni fuori norma, per riportare la qualità delle acque entro i limiti di Legge. Al tempo stesso bisogna lavorare ad un piano per l’ulteriore riduzione dell’utilizzo della chimica, con l’obiettivo di eliminare tutte le contaminazioni potenzialmente dannose per la salute e per l’ambiente.
«I dati del rapporto dimostrano ancora una volta – afferma il direttore Cia Toscana Giordano Pascucci – l’assoluta necessità di investire su conoscenza, informazione, formazione, trasferimento della ricerca, sistema di consulenza diffusa alle imprese. Purtroppo – prosegue Pascucci – il pacchetto di misure messo in campo dalla UE nell’ambito delle politiche di sviluppo rurale, nonostante sia passato un anno dall’approvazione del PSR, è ancora incagliato e rischia di partire con grave ritardo, a causa di un’impostazione eccessivamente rigida del Regolamento Comunitario. Facciamo appello a tutti affinché questi assurdi ostacoli siano superati velocemente». Molto è stato fatto e molto si può e si deve ancora fare in questo campo, afferma la Cia, ma lo Stato deve farsi carico di sostenere gli agricoltori in questo percorso, anziché limitarsi ad imporre nuovi adempimenti e procedure, il cui costo economico e burocratico ricade esclusivamente sulle imprese. «La Cia Toscana persegue da anni, con i fatti, la qualità dell’agricoltura – conclude Brunelli – ed è pronta ad accelerare. Come è noto abbiamo dato battaglia affinché la Regione Toscana aumentasse le risorse del PSR per il biologico e le nostre agenzie formative stanno formando in questi mesi migliaia di agricoltori in materia di corretto utilizzo dei fitofarmaci. L’ambiente è il principale fattore produttivo dell’agricoltura, e la sostenibilità ambientale è interesse primario degli agricoltori. Chiediamo solo che tutti facciano la propria parte»