Le telefonate verso il Brasile si rincorrono, così come le mail. Ma a vuoto. Ora che la famiglia Castelluzzo è finalmente tornata unita, non vuole essere disturbata. «Del resto, il momento è molto particolare» spiega un amico del padre, Ettore. L’unica cosa accertata anche in Italia – e tanto basta – è che Sofia sta bene. La 15enne di Orbetello, rapita e tenuta in ostaggio per quattro giorni da tre malviventi in un seminterrato a Cabo Frio, 150 chilometri da Rio de Janeiro, (leggi) è insieme ai suoi genitori ed è assistita dai dottori brasiliani. «Ho provato a telefonare ad Ettore – continua l’amico – Ma ha tutti i telefoni staccati. Quindi gli ho scritto una mail per far sentire la mia vicinanza». Ma anche a questa nessuna risposta. «Non importa» spiega sorridendo l’amico. L’importante adesso è stare vicino a Sofia, trovata legata in catena dalla polizia durante il blitz. Farle superare lo choc, visto che non solo è stata vittima di un sequestro, ma ha anche visto morire due banditi durante le sparatorie che si sono susseguite con la polizia.
In Brasile per un’esperienza nuova, poi il sequestro L’orbetellana comunque è una ragazza forte. Si è trasferita in Brasile da cinque mesi e là studia in un liceo scientifico, seguendo il percorso scolastico già iniziato a Grosseto all’istituto Rosmini. Ha deciso di provare l’esperienza oltreoceano cogliendo l’opportunità che le ha offerto suo padre, avvocato che opera nell’industria edile nel Paese carioca, facendo avanti e indietro dall’Italia. C’era la possibilità di fare un’esperienza fantastica e Sofia non se l’è fatta sfuggire. Mai avrebbe pensato che un giorno, mentre era nel garage di casa, tre malviventi l’avrebbero rapita e segregata. La liberazione è avvenuta durante la notte di martedì, dopo il blitz della polizia allertata dal padre, che subito si è rifiutato di pagare il riscatto di circa 220mila euro. La madre Elisabetta, in quel momento, era nella sua casa a Grosseto in attesa di notizie. E quando ha saputo che tutto era andato per il meglio, ha preso il primo aereo e ha raggiunto la sua famiglia in Brasile.
«L’incubo è finito» In Maremma, intanto, gli amici di Sofia e di Ettore tirano un sospiro di sollievo tra l’incredulità generale. «Ho saputo di quanto è successo solo dagli organi di stampa, a cose fatte – dice l’amico di famiglia – Immagino che abbiano tenuto tutto nascosto per via dell’indagine». Così anche a Orbetello, dove nessuno, dal sindaco ai vecchi compagni di scuola, sapeva nulla del rapimento. «È agghiacciante apprendere così le notizie – scrive un’amica di Sofia su facebook – Ma è davvero un sollievo sapere che l’incubo è finito».