«Sono fiducioso che (il piano di Mps, ndr) sarà attentamente ed effettivamente implementato nei prossimo mesi e i rischi di esecuzione saranno minimizzati». E’ quanto afferma il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco in una intervista a il Politico nel quale, rispondendo specificamente su Mps, evidenzia come con le «misure adottate» – dalla vendita delle sofferenze alla richiesta sul mercato di aumento di capitale – la banca «sarà nella posizione di migliorare in modo sostanziale la sua profittabilità (anche grazie ad un più basso costo del funding) e la sua sua abilità per competere e alimentare i prestiti per l’economia».
Piccoli azionisti auspicano più tranches I piccoli azionisti rappresentati da Azione Mps (aderente al Coordinamento nazionale delle associazioni dei piccoli azionisti, Conapa) «prendono atto della nuova, e si auspica ultima, ricapitalizzazione della banca». Lo affermano in un comunicato nel quale si dice che «l’ombra più fosca è rappresentata dall’esborso richiesto ai piccoli azionisti». «Ad oggi – afferma l’associazione – chi detiene 1.000 euro in azioni Mps avrà diritto ad investirne altri 5.000: ciò significa che in mancanza di un pronto e stabile recupero nelle quotazioni ai piccoli azionisti che hanno sottoscritto i precedenti aumenti non rimarrà che monetizzare perdite nell’ordine del 95%, qualora impossibilitati a rilanciare ulteriormente. Diverso, e forse più agevole, sarebbe effettuare l’aumento in più tranches». Secondo Azione Mps «i 5 miliardi richiesti serviranno ad aumentare i già cospicui accantonamenti, a pagare le consistenti commissioni al consorzio di garanzia, coprendo la coprire la perdita di bilancio 2016 che inevitabilmente sconterà il prezzo di cessione delle sofferenze, inferiore al valore di carico: l’effetto di tali rettifiche sul patrimonio netto prima dell’aumento di capitale porterà il valore contabile dell’azione Mps, ad oggi, secondo le nostre stime, a circa 1,5 euro contro l’inspiegabile quotazione odierna di 0,26 e senza considerare i crediti di imposta maturati». Azione Mps «è disponibile da subito ad avviare lo studio delle modifiche statutarie con le strutture della banca, verificando preliminarmente con il presidente Tononi le priorità da affrontare per presentare già nella convocazione Assembleare proposte condivise e concretamente praticabili».
Fondazione Mps e Università di Siena sul Financial Times Intanto torna a parlare di Siena e di Mps anche il Financial Times che titola: «Siena si adatta ad un futuro più cupo dopo 500 anni di elargizioni del Monte dei Paschi. Gli aiuti alla città toscana si sono prosciugati» e poi aggiunge: «ora che la Fondazione possiede solo l’1,49% della banca italiana in difficoltà». «I senesi erano soliti chiamare la Fondazione il Bancomat», spiega il presidente della Fondazione Mps Marcello Clarich al quotidiano, «ma tutto questo è finito», ora che l’istituto di credito, emerso dagli stress test dell’Eba come il più vulnerabile d’Europa, ha un piano di salvataggio, che prevede un aumento di capitale da cinque miliardi e la cessione di 27 miliardi di sofferenze. «E’ un incredibile rovescio di fortuna», dice il rettore dell’Università di Siena Angelo Riccaboni. Le istituzioni locali ora dovranno avere un atteggiamento più imprenditoriale nella ricerca di fondi. «Ma se il salvataggio non riuscisse, potrebbe accadere anche di peggio, in una città dove Mps resta il principale datore di lavoro nonostante un taglio di 5mila posti», indica Ft.