Scenari in movimento alla Fondazione Mps dove l’uscita dell’attuale direttore Enrico Granata, non sarebbe più sicura come qualche settimana fa. Il suo contratto, scaduto a dicembre, era stato prorogato dalla Deputazione amministratrice fino all’approvazione del bilancio di cui domani dovrebbero discutere i consiglieri della Deputazione generale.
Per Granata pressioni da Siena e da Roma In realtà, a quanto risulta, mentre sempre domani gli stessi consiglieri potrebbe essere chiamati a confermare la fiducia al presidente Marcello Clarich, a Granata (nominato dalla precedente presidente Antonella Mansi) starebbero arrivando, da Roma e da Siena, pressioni perché resti a Palazzo Sansedoni. Clarich aveva annunciato di aver dato incarico a un’azienda specializzata di trovare il nuovo dg. Una ricerca che ancora non avrebbe portato risultati anche perché, dopo le divisioni registrate nella Deputazione amministratrice al momento della scelta dei nomi per il cda di Banca Mps (il presidente e la sua vice Bettina Campedelli erano andati in minoranza su Fiorella Bianchi), i senesi spingono per avere Granata come garante della futura gestione della Fondazione. Tra l’altro domani la Deputazione potrebbe approvare il bilancio con una svalutazione del patrimonio, lo annunciò Clarich il 16 aprile, da 720 a 530 milioni di euro.
Il futuro preoccupa Siena I rapporti con Btg Pactual e Fintech, i fondi che avevano stretto un patto parasociale sul 9% del capitale della banca che ha permesso la riconferma di Alessandro Profumo alla presidenza di Rocca Salimbeni e quella di Fabrizio Viola come ad, si sono molto raffreddati. Dopo la ricapitalizzazione della banca da 3 miliardi, da fare entro l’estate, e l’annunciata uscita di Profumo subito dopo, l’ente con il suo 2,5%, potrebbe non essere più in grado di nominare il futuro presidente del Monte. Un peso in più nel rapporto tra Clarich e i consiglieri che comunque, rispetto a dieci giorni fa, oggi sembrano più orientati a confermargli la fiducia. E lui ha già dichiarato che non si dimetterà. Alla fine tutto potrebbe essere stato in movimento per poi non cambiare niente nonostante le tante riunioni degli ultimi giorni in diversi palazzi senesi.