PISA Da qualche giorno è a Pisa la troupe della trasmissione “Quattro ristoranti” condotta dallo chef Alessandro Borghese. Sta girando come al solito la classica sfida tra quattro ristoranti cittadini. Tutto normale quando poi il celebre conduttore non decide di fare un post sui suoi social condite dalle classiche foto con la Torre.
A quel punto si scatena il putiferio, socialmente parlando s’intende. Il suo profilo viene letteralmente invaso da commenti, battute di scherno, faccine e tutto quanto è possibile oggi attraverso gli strumenti offerti dai Social, con oltre 9.000 Mi Piace, più di 1.000 commenti e oltre 700 condivisioni su Facebook.
Cosa era successo? Nel testo lo chef aveva scritto “Pisa è cultura, è storia, è sapore!”. Fin qui tutto bene.
“Tra vicoli fermi nel tempo, piazze affascinanti e piatti della memoria, ogni angolo ti svela una nuova sorpresa. Un dedalo in cui perdersi nella bellezza, quasi a sentire quelle “voci misteriose” che raccontano di cavalieri e spiriti sotto il cielo pisano”, anche qui niente da dire. Una ottima promozione della città e tutto va bene.
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Ma è quando inizia a citare i piatti della tradizione culinaria che succede qualcosa che non ti aspetti da uno come lui. “Le sue tradizioni di cucina sono un mix perfetto di passato e presente: la torta co’ bischeri, il cacciucco pisano…”.
Il “cacciucco pisano”? Apriti cielo. Scoppia la sfida con la rivale Livorno e tutto l’affetto per Borghese finisce in sfottò. Scrive Carmen “Il cacciucco è solo uno, buonissimo ed è LIVORNESE!!!”. “Il cacciucco pisano com’è fatto cn le nutrie?”, si chiede Nicola. “Il cacciucco pisano è una burla dai dillo!?”, si chiede sgomento un altro lttore; “Il cacciucco pisano??? Ma cosa dici?”. “Cacciucco alla pisana è una bestemmia”, commenta scandalizzato Nicola. “Mamma Franca si sta rivoltando nella tomba…”, e questa, in verità, la capiscono solo in pochi.
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