Si chiama Quarantine ed è l’ultima fatica artistica degli SteelWind, il quartetto toscano del saxofono senza tempo di matrice classica.
Un mix di rock, progressive e minimal music eseguito con la consueta maestria da Roberto Frati, Iacopo Sammartano, Davide Vannuccini e Andrea Lucchesi. Un album nato in tempo di pandemia come momento per ‘esorcizzare’ l’emergenza sanitaria che il mondo intero sta affrontando: un disco fatato, raffinato, spumeggiante, dall’attenzione estrema ad un’estetica ideale, propositivo in tutti i sensi. E proprio il brano che dà il titolo al cd “Quarantine”, è forse quello più identificativo di questo processo, ed è stato registrato durante il lockdown in condizione di home distance recording.
L’album contiene quattro brani originali scritti dal sax baritono del quartetto Roberto Frati, due brani scritti dal compositore minimalista Jacob Ter Veldhuis (alias Jacob TV) e un arrangiamento, sempre di Roberto Frati, di uno dei brani più iconici della musica progressive anni 70: “Tubular Bells” di Mike Oldfield, colonna sonora del film “L’esorcista”. Estremamente suggestivi, di notevole difficoltà di esecuzione, e pieni di sorprese i brani di Jacob TV. Partono invece dall’idea di sviluppare delle citazioni rock-progressive, permeandole con temi, contrappunti, giochi ritmici e improvvisazioni egregiamente interpretate dai quattro esecutori i brani scritti da Roberto Frati.
“Quarantine, un microcosmo declinato ai sassofoni di tutte le taglie, dal soprano al baritono, esplora in maniera spettacolare atmosfere variegate che si compenetrano spesso anche all’interno delle singole composizioni – ha scritto il maestro Federico Mondelci nel retro copertina del disco – I brani contenuti in questo cd delineano una fertile personalità compositiva e rappresentano un prezioso contributo al repertorio per quartetto di sassofoni che sempre di più si sta affermando nel contesto musicale globale”.
SteelWind è il risultato di un percorso musicale che nasce nel 1983 come sperimentazione di quattro musicisti legati dalla medesima esigenza di poter esprimere la loro indole “non purista”. È proprio per questo motivo che, con SteelWind, il saxofono diventa uno strumento senza tempo, con una sonorità e una timbrica che gli permettono di spaziare in ogni genere ed epoca musicale. Alla base una solida preparazione classica e l’esperienza con grandi direttori quali Chung, Muti, Berio, Prêtre, Bartoletti, Bychkov, Mehta, Leitner, con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, l’ORT – Orchestra della Toscana, l’Orchestra Sinfonica della RAI di Torino. Poi l’incontro con la musica contemporanea e quindi gli anni del “Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano” di Henze e l’avanguardia di Globokar. In seguito prende forma un progetto dedicato al rock progressivo degli anni ’70 che ha riscosso un incredibile successo di critica e pubblico. Originalità, trasgressione e versatilità hanno portato il gruppo ad aggiudicarsi premi prestigiosi quali A.Piazzolla di Castel Fidardo, Kawai di Tortona, Rospigliosi, T.I.M., Sanguinetto, Riviera del Conero, UFAM di Parigi, Rovere d’oro, Perugia Classico.