Una ricognizione disposta dal nuovo direttore del museo nazionale di San Matteo a Pisa, accompagnata da una querela nel dicembre scorso, ha permesso di scoprire che 12 opere d’arte delle 17 affidate a un restauratore lucchese dieci anni prima non erano mai rientrate nel museo. Così è scattata l’indagine dei carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio artistico di Firenze che in pochi mesi hanno recuperato quasi tutte le opere e rintracciato le due rimanenti, attualmente in Francia.
Un reato denunciato ma già prescritto I quadri erano stati «dimenticati» dalla precedente direzione del museo che non aveva chiesto conto della mancata restituzione degli stessi. «È una situazione del tutto anomala – ha commentato Isabella Lapi, direttrice regionale dei Beni culturali – che nella mia carriera non era mai capitata prima. Oggi l’affidamento dei restauri avviene quasi esclusivamente all’interno dei musei o presso laboratori comunque direttamente riconducibili al sistema pubblico». Il restauratore è stato denunciato per appropriazione indebita aggravata, ma il reato è già stato prescritto.
La vicenda Le opere, partite nel 2002 dal museo nazionale San Matteo di Pisa, sono state recuperate dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Firenze, nell’ambito di una indagine coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Pisa Giovanni Porpora. Tra le opere recuperate c’è anche un dipinto olio su tavola, con fondo dorato, raffigurante la “Madonna Addolorata” di un pittore fiammingo, che era stato venduto per tre milioni di euro