Nella rossa provincia di Siena spunta un punto nero. Anzi, un “Puntoeacapo” pronto a dare non pochi grattacapi là dove a capo c’è sempre stato il centronistra. Oltre i rigirii di parole sono i numeri a valere. Là dove a cinque stelle son rimasti solo pochi alberghi, i rondoni volano sui parchi termali, a cantare vittoria sui risultati elettorali è una lista civica che affonda le radici nel centrodestra e che, più del renzismo e il grillismo, ha saputo intercettare la voglia reale di cambiamento. E’ il curioso caso di Chianciano Terme dove, per la prima volta dal dopoguerra ad oggi, il centrosinistra ha dovuto abbandonare le redini di governo proprio mentre il centrodestra, a livello nazionale, è ai minimi storici. Il candidato sindaco Andrea Marchetti, ha sconfitto i rivali Massimo Rondoni (Pd – Sel) e Fabiano De Angelis (M5S) ottenendo il 46,6% dei voti.
Una svolta epocale La stessa percentuale, tra l’altro, tolti i decimali, con la quale nel 2009 era stata eletta sindaca della cittadina termale Gabriella Ferranti (Pd). Oggi si parla a Chianciano di «svolta epocale» condotta da un commercialista e dalla sua squadra elettorale che hanno saputo più degli altri attrarre i voti del malumore. Quei voti che non sono stati trascinati a sinistra neanche dalle elezioni europee dove il Pd ha registrato il 54,6%.
Renzismo non applicato Una sconfitta, quella del centrosinistra, dettata forse dalla mancata applicazione concreta del “renzismo” e della rottamazione. Se è pur vero che la vittoria di gran lunga di Rondoni alle primarie sembrava aver portato una ventata di speranza, è anche certo che in molti chiancianesi hanno storto il naso in campagna elettorale di fronte alla lunga militanza, nei Ds prima e nel Pd poi, proprio del candidato sindaco.
Il fattore contesto esterno Una sconfitta, quella del centronistra, dettata forse anche dal contesto esterno di una realtà che non riesce ad emergere da una crisi che più di altrove nella provincia senese attanaglia commercianti, albergatori e cittadini. Ma è pur vero che, negli anni, Chianciano ha attratto risorse e progetti pubblici e politici in maniera ben più copiosa di altre realtà. Non averli saputi trasformare in rilancio è stato la più grossa colpa che l’elettorato chiancianese ha imputato al centrosinistra.
Applausi o fischi finali Chianciano ha messo un Puntoeacapo. Le sfide che attendono la cittadina termale e la sua comunità sono difficili e ricche di insidie. Le risposte che i cittadini si attendono sono immediate e concrete. Il lavoro alla nuova maggioranza di certo non mancherà. E sarà forse l’occasione che spingerà il centrosinistra ad una riflessione seria su quel rinnovamento e su quella autocritica sui quali ha tentennato per troppo tempo. Quel che è certo è Chianciano nei prossimi cinque anni sarà il palcoscenico di un teatro politico dove il cambiamento non potrà essere il semplice elemento di scena degli slogan vergati sullo sfondo, ma l’attore principale che determinerà l’applauso o i fischi finali.