Il sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi, alle 10 questa mattina ha incontrato i giornalisti in palazzo Berlinghieri per l'analisi della giornata di ieri, senz'altro la più lunga e difficile della sua carriera di politico navigato. Prima di lui è intervenuto il vicesindaco e assessore al bilancio, Mauro Marzucchi, che ha provato a spiegare le ragioni del bilancio consuntivo 2011 non approvato dal consiglio, la pietra dello scandalo su cui la maggioranza è andata sotto di due voti (leggi).
«Pugnalato alle spalle» «Sul voto di ieri prediamo atto con serenità dell'accaduto anche se personalmente non è simpatico sentirsi pugnalati alle spalle dal proprio partito», ha esordito il sindaco Ceccuzzi. «Ieri in serata ho ricevuto attestati di solidarietà da Bersani, Bindi, Manciulli. Credo che ci saranno ripercussioni politiche molto dure nel partito. E io sono molto preoccupato per il futuro della città.». Poi, il sindaco prova a tracciare un programma che sembra più una navigazione a vista che una strategia di lungo termine.
15 maggio nuovo consiglio «Il 15 maggio torneremo in Consiglio comunale e ripresenteremo il bilancio consuntivo e il relativo assestamento. Vedremo il voto. Se non c'è più la maggioranza rimetterò agli elettori il mandato e il Comune sarà commissariato. E si aprirà un periodo lungo e difficile per la città». Il sindaco ricorda poi che il prossimo 19 maggio sarà presentato pubblicamente il consuntivo di un anno di mandato («vedremo se sarà il primo o l'ultimo»). «Se questa esperienza giungerà al termine, tornerò a fare quello che facevo prima a 1500 euro al mese. Non andrò certo a fare il direttore a Parigi, come dicono. Dopo tutto lasciando il Parlamento ho accettato di correre dei rischi per questa città». Il messaggio è chiaro, semmai è da capire se Ceccuzzi pensa realmente di tornare in via Rosi a guidare il Partito Democratico, che non appare più troppo brillante come un tempo, per sua stessa ammissione.
Gli auguri a Profumo Nel corso dell'incontro con i giornalisti Ceccuzzi si è poi detto «orgoglioso» di aver salvato la banca da continui attacchi di predatori («visto che in città è rimasto poco da depredare») e esprime i migliori auguri di buon lavoro a tutto il nuovo cda di Rocca Salimbeni: «è una ricchezza per Siena avere queste professionalità. Il neo presidente Profumo che a 55 anni si mette in gioco dimostra che è consapevole delle peculiarità della nostra città».
Politica scatenata dei comunicati stampa Intanto, subito dopo il voto in Consiglio si è scatenata la politica dei partiti a colpi di comunicati stampa. I primi in ordine di tempo sono stati Sel (in Consiglio con Pasquale D'Onofrio) e i Riformisti del Partito Socialista (presenti in Consiglio con Leonardo Tafani) che hanno parlato di «atto di irresponsabilità». «Il tentativo in corso è l’evidente segnale che si privilegiano i personalismi ed il mantenimento di posizioni di privilegio rispetto all’interesse della “cosa pubblica”, ovvero l’esatto opposto di quanto la comunità chiede a grande voce». Poi sono arrivate le richieste di dimissioni del sindaco da parte della Lega e del Pdl, mentre l'Udc approva il voto favorevole al bilancio del consigliere Sandro Senni che ormai sembra acquisito alla maggioranza.
Il Pd (area ex Ds) condanna l'accaduto Hanno parlato di rivalsa politica e di irresponsabilità i vertici, cittadino e provinciale, del Pd che, a onore del vero, pare non si riunisca ormai da molto tempo. «La vergognosa iniziativa intrapresa oggi da alcuni consiglieri della maggioranza si colloca, in maniera irreversibile, fuori dal mandato che hanno ricevuto dagli elettori e fuori dal mandato politico del Partito democratico. Si tratta di un atto di irresponsabilità nei confronti della città e di tutta la comunità, aggravato dalla totale mancanza di consapevolezza della difficilissima fase economica in cui ci troviamo». Così ieri sera, a caldo, Giulio Carli e Elisa Meloni. «Ad aggravare questo quadro è la certezza che l'iniziativa intrapresa oggi sia stata guidata unicamente da logiche familistiche e personali, direttamente connesse all'insoddisfazione sulle nomine che la Fondazione Mps».
Il Pd (area ex Margherita): «In che nassa si sono cacciati» Non rilasciano dichiarazioni ufficiali tramite comunicati stampa, invece, gli ex margherita accusati della «vergognosa iniziativa» da Meloni e Carli che minacciano sanzioni e che hanno parlato di «comportamento che dovrà essere sottoposto al giudizio degli organismi dirigenti e di disciplina del partito». «Carli chi? Non lo conosco questo – dice Alberto Monaci al giornalista David Allegranti de Il Corriere Fiorentino che lo raggiunge telefonicamente -. Eppoi non decide mica lui, ma Luigi Berlinguer, il presidente della Commissione garanti del partito. E comunque consiglierei umiltà». Poi, Monaci suggerisce agli uomini del suo partito (ma di area ex ds, appunto) di «abbandonare certe consolidate certezze. E comunque vedo che questi insistono: non hanno ancora capito in che nassa si sono cacciati». Di solito, come si sa, le nasse sono posizionate al largo la sera per attrarvi il pesce e recuperate la mattina seguente con il pescato. E a quanto pare i pescatori ex margheriti sono soddisfatti della loro pesca.
«Signore, tienimi la mano» Infine, l'ultima chiosa è una citazione di San Filippo Neri: «Signore, tienimi la mano sulla testa perchè sono cristiano e sono capace di rientrare turco». E ieri il Signore a otto consiglieri di maggioranza la mano l'ha guidata da un'altra parte. La pace all'orizzonte non sembra arrivare tra le due anime del partito (leggi).