«Oggi, il PD trasmette l’idea di un partito rassegnato. Costretto a puntellare il governo. Piegato a discutere di regole congressuali, mentre, suoi presunti leader viaggiano per l’Italia presentando libri, vanno in tv e stanno sui social network promuovendo se stessi.  Ecco perché, in questo PD non mi riconosco più e se guardo a quello che doveva essere, alle occasioni sprecate, mi viene da pensare che non sia io a lasciare i democratici, ma il PD che ha lasciato se stesso». Con queste parole il capogruppo Pd in Consiglio provinciale a Siena Marco Nasorri ha spiegato le ragioni delle sue dimissioni annunciate lo scorso 29 luglio durante la seduta consiliare, rimanendo a far parte del gruppo come indipendente (scarica il documento integrale).

«Il Pd ha smarrito le proprie ragioni fondative»«Da tempo, avevo manifestato un forte dissenso per le scelte compiute dal PD a  livello nazionale – prosegue la nota inviata da Nasorri  -. Come avevo ritenuto sbagliato il sostegno al governo Monti, considero ancora più inaccettabile un governo con il PDL di Berlusconi. (…) Avevo aderito con speranza alla costruzione del progetto del PD, contribuendo a fondarlo nel 2007, onorandomi di esserne stato il primo segretario a Chiusi e ricoprendo altri incarichi a livello provinciale. Ma, ora il PD, con le larghe intese ha smarrito le proprie ragioni fondative: liberare l’Italia dalle eredità del passato per ridare slancio al paese dal punto di punto di vista economico, sociale e culturale. (…) Se siamo giunti a questo punto, non è solo per l’esito del voto di febbraio. Dinanzi ad un’opinione pubblica che comunque chiedeva la rottura con le derive del passato, il PD ha voltato le spalle. Ha dimostrato assenza di coraggio e incapacità ad assumersi una responsabilità storica. Si è perso nei soliti tatticismi, nel tradimento dei 101 deputati, in una strategia spregiudicata messa in atto da una parte del partito, che  in modo ambiguo ha creato le condizioni per imporre un governo di larghe intese».