«I Socialisti Senesi, preso atto dello stato di agitazione del personale (4.500 dipendenti) delle province toscane, esprimono preoccupazione per il futuro di un ente sospeso tra gli effetti della Riforma cosiddetta Del Rio e le conseguenze della crisi economica». La federazione di Siena del Psi interviene sullo stato di agitazione del personale delle province con un documento mentre è ancora in corso un tentativo di intesa con le istituzioni interessate, Regioni, Comuni ed amministrazione centrale, per la riallocazione del personale da realizzare con norme nel corso della Legge di stabilità. «Ma l’intesa ancora non c’è», ha detto nei giorni scorsi il viceministro dell’economia Enrico Morando in commissione bilancio alla Camera. E chiedendo il ritiro di numerosi emendamenti in materia, spiegando che una proposta sarà presentata «alla Camera o al Senato, appena ci sarà l’intesa». Sul tema è intervenuto anche Matteo Renzi (che fu anche presidente della Provincia di Firenze): «Non possiamo immaginare che le province tornino ad avere lo stesso significato e siano la stessa macchina di prima perché devono essere un ente di secondo livello. Chiaramente – ha aggiunto – si riducono dipendenti agevolando gli spostamenti e non si fa turn over. La Provincia è un’assemblea di sindaci che affronta i problemi con uno sguardo istituzionale».
E i problemi da affrontare non sono poi così secondari se si considera che le funzioni in capo ancora alle province riguardano la manutenzione delle scuole medie superiori, la gestione e la manutenzione delle strade provinciali, il trasporto pubblico locale su gomma e su ferro, la gestione delle politiche sull’ambiente.
Entro fine anno il riordino delle competenze «Entro il prossimo 31 dicembre, poi, le Regioni dovranno deliberare su quali altre deleghe riprendersi o riattribuire alle stesse Province: un percorso, gestito in Toscana dall’appena costituito Osservatorio Regionale, che dovrà decidere sul riordino delle funzioni. Va del resto rimarcato il lavoro svolto finora dalle Province in settori di estrema rilevanza quali l’agricoltura, la formazione professionale, i centri impiego, la pianificazione territoriale, la protezione civile, il welfare, le pari opportunità, il turismo, le risorse faunistiche, l’attività venatoria ecc., un patrimonio d’esperienze che non deve essere disperso».
Come garantire i servizi ai cittadini «Due sono le principali questioni sulle quali i socialisti senesi pongono oggi l’attenzione: innanzitutto, come poter continuare a garantire ai cittadini del nostro territorio servizi fondamentali che hanno conseguenze anche sulla sicurezza delle persone (tipo la manutenzione di 1.700 chilometri di strade provinciali e quella degli edifici di tutte le scuole di secondo grado del territorio) con bilanci già ridotti negli anni e sui quali potrebbero presto abbattersi gli ulteriori, robusti “tagli” già contenuti nella Legge di Stabilità attualmente in discussione in Parlamento. Anche alle nuove Province deve essere garantita la possibilità di funzionare, se no, meglio chiuderle del tutto. Chiaramente spetta anche ai loro nuovi amministratori il compito di operare evitando sprechi, riducendo le spese superflue, ottimizzando le risorse a disposizione».
La salvaguardia dei lavoratori «L’altra questione, importante, è quella che concerne la salvaguardia del lavoro per tutti i dipendenti delle Province, che solo a Siena assommano a 408 unità. La legge Del Rio stabilisce che il personale debba seguire la funzione anche in caso che la stessa venga ripresa o assegnata ad altro ente (la Regione, l’Unione dei Comuni, i Comuni). Qui sarà fondamentale una responsabile azione di collaborazione tra i diversi soggetti istituzionali. Certo, viene di domandarsi, con una qualche (fondata?) preoccupazione, come tutto questo si possa armonizzare, ad esempio, con le ultime dichiarazioni del Governatore Rossi che ha appena annunciato ben 5.000 esuberi in Regione. I Socialisti Senesi confermano che seguiranno a tutti i livelli e col massimo impegno una vicenda tanto importante, manifestando pieno sostegno sia al lavoro dei nuovi Amministratori che a tutti i dipendenti in carico alla Provincia di Siena».