PISA – Le Province bussano di nuovo alla porta. A quasi di 10 anni dalla legge Delrio, che avrebbe dovuto mandarle in pensione per sempre, sono ancora lì.
Praticamente azzerate di personale, risorse e potere, ma ancora lì. Al punto che da tempo i dirigenti dell’Upi, l’unione che le raggruppa, chiede un passo indietro. In Toscana lo ha il presidente Gianni Lorenzetti, che ha ricevuto anche il sostegno di Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale, e e di Vincenzo Ceccarelli, capogruppo consiliare del Pd.
“Apprezziamo la consapevolezza che il superamento della legge Delrio non sia più rinviabile e la volontà di ripristinare ufficialmente una legittimazione delle Province nelle politiche regionali e territoriali dimostrata da Mazzeo e Ceccarelli, augurandoci che alle buone intenzioni seguano concrete azioni politiche”, ha sottolineato il dirigente dell’Upi.
“Il presidente Mazzeo e il capogruppo Dem in Consiglio Ceccarelli – ha spiegato ancora Lorenzetti – hanno dichiarato la loro volontà di intraprendere un percorso che porti al superamento della risoluzione del Consiglio regionale n. 39/2016 approvata nel periodo della legge Delrio e di pari passo la garanzia di un pieno riconoscimento delle Province nel Piano Regionale di Sviluppo 2021-2025, sia per quanto riguarda l’assetto istituzionale toscano, che nei singoli settori e materie di interesse”.
L’incontro segue quello avuto poche settimane fa con il presidente Eugenio Giani, finalizzato ad avviare un confronto sul riconoscimento e il coinvolgimento di Upi Toscana e delle Province nelle strategie e nelle politiche regionali, proprio mentre a livello nazionale è giunta a maturazione l’idea di una riforma del Tuel e il ritorno all’elezione diretta del Presidente e del Consiglio provinciale.
“In previsione delle proposte per il rafforzamento delle Province formulate dell’attuale Governo – ha evidenziato il presidente – abbiamo chiesto inoltre la costituzione di un Tavolo istituzionalmente riconosciuto tra Regione e Upi Toscana per consentire una valutazione e i necessari approfondimenti sulla legge regionale 22/2015, che in questi anni ha spogliato i territori di molte funzioni cruciali per i cittadini”.