«Ma davvero il Governo pensa che con un “provvedimento bandiera”, che cancella con un tratto di penna la parola Province dalla Costituzione e 150 anni di storia del Paese, si riconquisti la fiducia degli italiani nella politica? Basterebbe uscire dai Palazzi e tornare sui territori per capire che la sfiducia dei cittadini e' tutta nell'incapacità di dare risposte sui problemi veri, sulle emergenze sociali, sul dramma della disoccupazione e sulla crisi dell'economia». A dirlo è il presidente dell'Unione delle Province Antonio Saitta all’annuncio del via libera da parte del Consiglio dei Ministri al disegno di legge costituzionale per l'abolizione delle province. «Auspico che il Parlamento approvi il più rapidamente possibile il ddl» è stato il commento del premier Enrico Letta al termine del Cdm.
Il ddl Nel testo varato questa mattina – si legge nel comunicato stampa di Palazzo Chigi – è previsto che entro sei mesi dalla data in entrata in vigore della legge costituzionale le Province vengano soppresse. Inoltre sulla base di criteri e requisiti definiti con legge dello Stato sono individuate dallo Stato e dalle Regioni le forme e le modalità di esercizio delle relative funzioni. Il ddl costituzionale per l'eliminazione delle province «abroga il termine “province” da tutti gli articoli della Costituzione che menzionano la parola “province”» ha aggiunto il premier Letta precisando che «per le province i cui organi sono in scadenza occorrono interventi ad hoc, che saranno varati nelle prossime settimane, perché i tempi di approvazione del ddl costituzionale non sono compatibili con le scadenze delle amministrazioni. Il tema dell'abolizione delle province ha creato nella pubblica opinione un atteggiamento di sfiducia perché si è annunciato troppe volte questo principio, ma finché resta in costituzione ogni intervento è destinato a finire in un ''vicolo cieco'' – ha concluso Letta – Abbiamo ritenuto che fosse necessario fermarsi e ripartire da capo con un provvedimento che ci rendiamo conto essere molto forte perché modifica la costituzione».
Il ministro Quagliariello: «Fine del policentrismo anarchico» «Non è un provvedimento ad hoc né è un accanimento terapeutico verso le province ma consente di intervenire con una legge per riorganizzare gli enti territoriali. Ci siamo posti un'esigenza di Governo, in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza della Consulta (leggi)». Lo ha detto il ministro Gaetano Quagliariello a proposito dell'abolizione delle province. «Consente di uscire da un policentrismo anarchico» ha aggiunto.
Il neo presidente Anci Fassino «Coinvolgere i Comuni» «Non si può rivedere la seconda parte della Costituzione senza tener conto dei Comuni e quindi chiedo al governo e al presidente del Consiglio Enrico Letta di coinvolgere in questa fase particolare i Comuni nelle fasi di negoziato»: lo ha sottolineato il neo presidente dell'Anci, Piero Fassino, nel suo discorso di investitura a leader dell'Associazione. «Prima della sentenza della Consulta sulle Province, noi sindaci avevamo già rilevato una forte confusione istituzionale in cui, in questa fase particolare della vita del Paese, stanno operando gli enti locali»