SIENA – Banco Bpm ha acquisito il 5% di Mps anche se, per il momento, non intende presentare alle autorità competenti le istanze autorizzative per poter eventualmente superare la soglia del 10% di Mps.

“Il gruppo, spiega una nota, rimane focalizzato sugli obiettivi del piano 2023/26, confermando la propria strategia stand alone. “Sulla base delle ultime stime di consensus di Mps, l’investimento genererà un rendimento annuo del 14% circa sotto forma di dividendi, con un impatto positivo sull’utile per azione pari a circa il 2,5%”, afferma il Banco”.

Sono gli effetti della decisione del Mef di collocare una nuova tranche di azioni Mps attraverso un accelerated book building.

Sul mercato vengono inizialmente messe poco meno di 88,2 milioni di azioni del Monte, pari a una quota di circa il 7% del capitale, per un controvalore, ai prezzi di Borsa, di 486,4 milioni di euro. Ma “a fronte della domanda raccolta, pari a oltre il doppio dell’ammontare iniziale, e alla presenza di un premio del 5% rispetto all’odierno prezzo di chiusura del mercato, l’offerta è stata incrementata dal 7% al 15%”. Il Tesoro porta a casa 1,1 miliardi di euro, con un incasso complessivo, per effetto dei tre collocamenti effettuati, di 2,7 miliardi di euro, conservando ancora una quota dell’11,7%.

“Abbiamo portato a termine un’azione importante come avevamo annunciato nelle sedi istituzionali prevedendo la realizzazione di un’operazione di politica bancaria e finanziaria italiana volta a rafforzare l’azionariato di un player importante nel mercato del credito in modo serio e riservato come da sempre dichiarato in questi due anni di governo” ha detto il Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti commentando l’operazione.

Dichiarazione a cui fa eco quella del vice premier Antonio Tajani che X aggiunge ““Bene la decisione del Mef di mettere sul mercato un’altra quota di azioni del Monte Paschi di Siena. Quella delle privatizzazioni è la giusta strada da seguire, da sempre indicata da Forza Italia. Non abbiamo bisogno di banche di Stato”.

Per il Governo la missione al momento è compiuta. Da un lato ha rispettato gli impegni con l’Europa nella privatizzazione della banca e dall’altro ha incamerato risorse preziose per gli interventi di finanza pubblica. Ripagati con gli interessi gli 1,6 miliardi versati con l’aumento del 2022, al Mef resterà da cedere un’altra quota che in Borsa vale poco meno di 1,4 miliardi. La cessione arriva in un momento in cui le azioni di Siena viaggiano in Borsa sui massimi dall’aumento di capitale del 2022, complice anche una trimestrale che ha portato l’utile dei primi nove mesi a sfiorare gli 1,6 miliardi e la posizione di capitale a collocarsi ai vertici del sistema bancario italiano.

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