«Rivogliamo i nostri bambini, altrimenti io e mia moglie siamo pronti a fare altre manifestazioni eclatanti, saliremo su tutte le torri d’Italia se necessario, perché così non riusciamo ad andare avanti». A dirlo è Stefano Barli, il padre a cui esattamente un anno fa, il 2 aprile 2014, furono tolti i figli di 5 e 8 anni a seguito di una relazione dei servizi sociali pistoiesi. Un appello che questa volta rivolgono al Capo dello Stato Sergio Mattarella, a Papa Francesco e al presidente del Consiglio Matteo Renzi «perché ci aiutino ad uscire da questa situazione».
Per protesta sul Battistero, poi l’incontro con il ministro Orlando L’uomo per protestare contro tale decisione è salito più volte sul Battistero di Pistoia, minacciando di buttarsi di sotto se non gli fossero stati restituiti i figli. L’ultima protesta, questa volta insieme alla moglie Catiuscia, risale al gennaio scorso: dopo due notti passate al freddo Barli decise di sospendere la protesta (la moglie era scesa poco prima a causa di un malore), a seguito delle rassicurazioni avute dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, su un suo personale interessamento, durante una diretta televisiva con il programma “Chi l’ha visto?”. I due coniugi furono ricevuti dopo pochi giorni dal ministro, insieme all’avvocato della coppia e all’assessore comunale ai servizi sociali Tina Nuti. «Il ministro – riprende Barli – ci aveva dato delle speranze, che i nostri figli sarebbero tornati con noi entro giugno, invece qui le cose vanno per le lunghe, ci chiedono altre perizie, sia per quanto riguarda noi genitori sia per i nostri bambini. Siamo esasperati, non ce la facciamo più, questa è una tortura».