La Regione Toscana si farà carico di tutti i casi di protesi mammarie Pip (Poly Implant Prothèse) impiantati nelle strutture pubbliche o private accreditate, o comunque autorizzate, su tutto il territorio regionale. La decisione arriva dopo l’approvazione di ieri sera da parte della giunta regionale della delibera che recepisce l’ordinanza del Ministro della salute e dà alle aziende tutte le indicazioni per la presa in carico delle pazienti, 294 secondo il censimento svolto dalla Regione e comunicato al Ministero.
L’assistenza alle pazienti Il sistema sanitario regionale si farà carico della valutazione clinica, specialistica e diagnostica per tutti i casi relativi a impianti di protesi mammarie Pip, impiantate presso strutture pubbliche o private accreditate o comunque autorizzate. In ogni azienda sanitaria dovrà essere garantita almeno una struttura ambulatoriale per le valutazioni. Se, sulla base di queste valutazioni, si rendesse necessario l’espianto, e il successivo reimpianto, questi dovranno essere eseguiti a carico del servizio sanitario regionale, nei centri di chirurgia plastica e di senologia operanti in Toscana. In tutte le aziende sanitarie toscane sarà istituito un servizio di accoglienza e informazione in grado di fornire tutte le informazioni necessarie e indirizzare la domanda verso gli ambulatori specialistici. Il percorso assistenziale sarà così suddiviso: individuazione dei casi appropriati (quelli in cui è stata effettivamente impiantata una protesi Pip); fornire tutte le informazioni possibili sulla problematica; presa in carico nel percorso assistenziale; valutazione clinica specialistica che tenga conto dei dati anamnestici; inquadramento oncologico; esame ecografico; percorso di controllo periodico nel tempo, con valutazione clinica semestrale; oppure percorso di intervento chirurgico per la rimozione delle protesi ed eventuale reimpianto con nuova protesi.
L’ordinanza ministeriale L’ordinanza ministeriale riporta il parere del Consiglio Superiore di Sanità, secondo il quale “pur in assenza di prove di maggiore cancerogenicità sono state evidenziate, per le protesi mammarie Pip, maggiori probabilità di rottura e di reazioni infiammatorie”. E sulla base di questo parere, “si invitano i pazienti che hanno subìto impianto di protesi mammarie Pip a rivolgersi al proprio chirurgo e si forniscono specifiche raccomandazioni ai centri che hanno operato l’impianto, affinché siano parte attiva nel richiamare i pazienti”.
Le protesi Pip Le protesi mammarie in silicone PIP, prodotte dalla azienda francese Poly Implant Prothese (P.I.P) sono state ritirate dal mercato in seguito alle segnalazioni dell’Agenzia francese responsabile per i dispositivi medici (AFSSAPS) che ha effettuato un controllo negli impianti produttivi della PIP, in seguito a ripetute segnalazioni di rotture precoci delle protesi di questa società. In seguito ai controlli, è emerso che a partire dal 2001 la maggior parte delle protesi PIP è stata riempita con un gel di silicone differente da quello autorizzato.