Pollice alto per le strutture ospedaliere della Toscana che dimostrano, in diversi casi, performance superiori alla media nazionale. È il quadro che emerge da una valutazione del Ministero della Sanità attraverso il ‘Programma nazionale esiti’ gestito dall'Agenzia nazionale per i servizi sanitari e regionali, Agenas. Le strutture ospedaliere (pubbliche e private), esaminate sulla base di un complesso di 46 indicatori, in Toscana sono state nel complesso 86. «Si tratta di indicatori molto utili soprattutto per i professionisti che potranno trarne stimolo per migliorare ulteriormente l'offerta sanitaria», ha commentato i dati l'assessore regionale alla Sanità della Toscana, Daniela Scaramuccia, che non ha nascosto il suo disappunto per la scelta del ministero di averli resi pubblici prima di farli arrivare alle regioni.

Il Granducato a confronto con gli altri territori d’Italia Dai dati emerge, ad esempio, che in Toscana l'intervento chirurgico per la frattura del collo del femore segna una delle migliori performance a livello nazionale. Decisamente migliorata, almeno nel 2010 rispetto al 2009, la mortalità a 30 giorni dal ricovero per infarto al miocardico acuto; la mortalità a 30 giorni post riparazione di aneurisma non rotto dell'aorta addominale e rivascolarizzazione carotidea. Per quanto riguarda i problemi, invece, restano da migliorare, ad esempio, i risultati raggiunti a Careggi per il tumore maligno al polmone e mortalità a 30 giorni dall'intervento. Dal confronto tra le regioni considerate più virtuose come Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, la Toscana mette a segno performance decisamente migliori per la frattura del collo del femore, per la mortalità a 30 giorni in interventi chirurgici non oncologici, per la proporzione di colecistectomie laparoscopiche effettuate (unico caso esaminato sotto la media è a Siena), così come per la mortalità per infarto a 30 giorni dal ricovero.