«Si è sviluppata negli anni con General Electric una piattaforma in campo oil and gas fondamentale, e questo protocollo ci permette di fare un ulteriore salto di qualità». Lo ha detto il governatore della Toscana, Enrico Rossi, pochi istanti prima della firma di un doppio protocollo di intesa fra la Regione Toscana e la General Electric, all’interno di Palazzo Sacrati Strozzi a Firenze. Presenti nella principale sede della Regione Toscana, il governatore, il ministro per lo Sviluppo economico Federica Guidi, il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ed il Ceo di General Electric Jeff Immelt.
600 mln per lo sviluppo della Toscana E’stato ufficializzato dalle parti un investimento di 600 milioni da parte di GE con la firma di due protocolli di intesa per lo sviluppo economico in Toscana (dove sorgerà un centro di eccellenza a livello mondiale per turbine e compressori nel settore oil & gas). «Questo è un protocollo importante che firmiamo insieme al ministro Guidi, all’amministratore delegato di Ge, Immelt, alla presenza anche dell’ambasciatore degli Stati Uniti John R. Phillips, ma ritengo importante anche quella di una delegazione dei lavoratori -ha aggiunto Rossi -. Siamo qui perché GE ha deciso di sviluppare un loro progetto su ispirazione di Galileo Galilei, uno scienziato a noi caro, nato a Pisa, uno dei fondatori della scienza moderna. Un uomo che ha aperto nuovi orizzonti. Dare un nome così importante ed ambizioso ad un loro progetto sta a far capire quanto vuole fare GE, che vuole superare le frontiere attuali in campo Oil and Gas, per realizzare turbine e generatori di nuova generazione».
L’ad Immelt: «Investimenti qui perché l’Italia e’ un Paese competitivo» «Sono orgoglioso a nome della Ge di essere qui e voglio ringraziare prima di tutto il presidente Rossi ed il ministro Guidi per l’accoglienza –ha detto l’ad Immelt, a margine della firma del doppio protocollo di intesa- Abbiamo deciso di investire ancora in Italia perché qui abbiamo trovato un Paese competitivo e dove ci può essere grande sviluppo della nostra capacità produttiva, trovando un ottimo feeling con gli ingegneri di questi territori. Io sono un uomo di idee e credo che qui ci può essere la possibilità di svilupparne tante, anche grazie alla base già solida che abbiamo con quanto stiamo facendo nella fabbrica della Nuova Pignone a Firenze-ha aggiunto il Ceo di GE-. Il nostro investimento di 300 milioni di dollari sarà in tecnologia e sviluppo. Forse non è il momento adatto per qualcuno per investire ma noi pensiamo sempre a lungo termine e siamo sicuri che proprio a lungo termine raccoglieremo i frutti produttivi di questo accordo. GE ha grande stima e fiducia nel territorio toscano. I rapporti non sono mai perfetti fra business e governi ma qui c’è sempre stata collaborazione, un guardare in avanti e ci siamo sempre sentiti comodi ad investire in questa zona. La GE ha una presenza sostanziale anche in Europa nel suo insieme e per noi il futuro dell’Europa è determinante. Puntiamo ad un Europa sempre piu’competitiva e per noi cio’ si può realizzare con i nostri investimenti che facciamo in Italia».
Rossi: «34 mila lavoratori coinvolti»Il governatore della Toscana Rossi poi ha parlato di ciò che deriverà dalla firma dei protocolli di intesa con GE. «Un investimento importantissimo per la Toscana quello che avviene da parte di un’azienda tanto importante, tenendo conto che GE è attiva in Italia con un fatturato di 4,8 milioni di ricchezza, ed in Toscana nello specifico di 3 miliardi di ricchezza, cosa che equivale per noi circa il 5% del nostro Pil regionale, e coinvolgono in Toscana 34 mila lavoratori fra diretti ed indiretti, un dato che può fare a gara con il nostro numero di occupati nella sanità. Con questo progetto, quando sarà realizzato a regime, il fatturato di GE tenderà a crescere del 50% circa, aumentando gli investimenti nella nostra regione anche a livello di parco occupazionale».«Da 20 anni ci sono buoni rapporti fra GE e Toscana, e dal 2010 si sono sviluppati ulteriormente.-ha proseguito il governatore Rossi – GE ha trovato in Toscana un luogo di collaborazione, competitivo ed io penso che le conoscenze della nostra università e le piccole-medie imprese del nostro territorio, hanno favorito i rapporti di GE in Toscana. Fondamentali le competenze dei lavoratori e la volontà delle istituzioni di essere credibili ed affidabili agli occhi di GE, e dalla qualità della vita della nostra regione, oltre ai nostri servizi che riusciamo ad erogare come Toscana. Sottoscriveremo con i soggetti interessati del governo un vero e proprio accordo di programma che definisca meglio i compiti di ciascuno e faccia attuare il progetto che oggi firmiamo. L’idea è di ripercorrere quel modello già sperimentato dalla Toscana al Mise con buon successo. Creare nella regione uno sviluppo di nuove turbine, concentrando qui la progettazione e l’industrializzazione, è una svolta per il nostro territorio». Chiusura di Rossi su una difficile situazione di una fabbrica che in Lombardia si avvia verso la chiusura, che vede coinvolta proprio GE. «Approfitto di questa occasione per dire che auspico un impegno del governo e dell’azienda nell’affrontare con le soluzioni più avanzate possibili la situazione dello stabilimento di Sesto San Giovanni» ha concluso il governatore Rossi.
Il ministro: «Oggi è un bellissimo giorno per la Toscana e per l’Italia» «Ci tengo a ringraziare per questo protocollo stipulato in primis l’azienda, GE –ha dichiarato invece il ministro Guidi – Oggi è una bellissima giornata per la Toscana ma anche per l’Italia intera. I numeri sono importanti a livello di nuove opportunità di fatturato, numeri di posti di lavoro e avere l’Italia come centro d’eccellenza di sviluppo di certi prodotti. Oggi abbiamo la firma di questo importante protocollo ed accordo di programma con la Toscana –ha evidenziato il ministro Guidi – E’un nuovo investimento che GE fa sulla Toscana, di medio termine sul nostro Paese. Ormai due anni fa, il 22 febbraio, mi ricordo un paese completamento diverso. Vengo dal settore privato, ho visto in quei primi tre giorni in cui sono arrivata nel ministero le difficoltà del Paese che c’erano, quel momento di crisi, le difficoltà nel mantenere le produzioni attuali e di attrarre nuovi investimenti. Era quella la preoccupazione piu’ grande, perché se non attrai investimenti ti giochi la possibilità di competere sia nel presente che nel futuro. Il mondo cambia continuamente, ed un anno di oggi vale quasi 10 anni di qualche tempo fa. I cicli industriali sono molto piu’ corti. Abbiamo fatto, anche se non abbiamo finito, un turn around, mettendo in campo una cassetta degli attrezzi inimmaginabile, con il privato, mondo da cui vengo, si lamentava di cio’ che non si riusciva a fare nel nostro paese a livello industriale. Penso agli sgravi fiscali, alla flessibilità nel mondo del lavoro, alle meno tasse».