Fatturato e ordinativi acquisti in calo anche nel quarto trimestre 2012. L’indagine condotta da Unioncamere e Confindustria Toscana regista la quinta flessione consecutiva (-3,1%) per la produzione industriale in Toscana. A livello nazionale il calo, secondo gli ultimi dati Istat, è stato nel periodo preso in esame del 2,2%.

La scossa La gravità della crisi economica «rende inaccettabile l'inerzia di un sistema politico incapace di reagire allo shock elettorale e di interfacciare gli sforzi e i sacrifici degli imprenditori''. Lo ha affermato in una nota Pierfrancesco Pacini, presidente di Confindustria Toscana, commentando i dati sulla produzione industriale regionale Il presidente degli industriali toscani chiede «una scossa congiunturale al Pil con misure anticicliche immediate: dallo sbocco degli investimenti pubblici per la competitività e per la difesa dal rischio idrogeologico del territorio, ai pagamenti della Pa, e poi misure strutturali per consolidarne gli effetti», dalla revisione dei meccanismi di formazione della spesa pubblica all'abbassamento del carico fiscale, oltre alla necessità di ripristinare il flusso di credito all'economia, rilanciando il ruolo di Fiditoscana e dei confidi. Vasco Galgani, presidente di Unioncamere Toscana, ha messo in evidenza la tenuta delle medie imprese, considerata il segno di «un modello che resiste, nonostante tutto – ha dichiarato – si tratta di realtà che hanno fatto dell'innovazione e della qualità un proprio tratto distintivo, che esprimono una più elevata propensione all'export, che sono in grado di gestire con efficacia anche le fasi a monte ed a valle del processo produttivo, con una particolare attenzione ai fattori competitivi di natura immateriale e di quelli legati alla distribuzione dei prodotti».

La flessione Secondo l'indagine congiunturale calano sia il fatturato sia gli ordinativi acquisiti (-4,5% e -3,6% in termini tendenziali): solo il canale estero mostra una crescita sia del fatturato (+1,4%) che degli ordinativi (+1,6%). Stabile l'occupazione (+0,1%), ma la tenuta è assicurata solo grazie agli ammortizzatori sociali (+42% la Cig su base annua). Soffrono in modo particolare le piccole imprese (produzione -4,7%, portafoglio ordini -4,9%, occupazione -0,5%), ed è critica la situazione delle grandi imprese (-3% la produzione, -8,9% fatturato); meglio le medie imprese (produzione +1,1%, ordinativi esteri +5,2%, occupazione +1,2%).

Tessile e mobilio in netto calo Fra i singoli comparti crescono solo abbigliamento (+0,5% dopo tre trimestri di calo), pelli e cuoio (+0,4%) e farmaceutica (+28,4%), quest'ultima trainata, affermano i ricercatori, dalla dinamica di una singola grande azienda. Fra i settori in negativo, flessioni più pesanti per tessile (-7,8%), legno e mobilio (-6,6%), metalli (-8,4%), mezzi di trasporto (-15,1%). All'incremento produttivo conseguito dalle imprese operanti nei settori high-tech (+1,6% al netto dell'impresa farmaceutica) si contrappongono riduzioni nei restanti raggruppamenti tecnologici, più intense in quelli a medio-bassa (-7,0%) e medio-alta tecnologia (-5,6%); al contenimento della flessione nei settori a bassa tecnologia (-2,3%) hanno contribuito le medie imprese della moda (+3,4%). Il saldo tra ottimisti e pessimisti sulla dinamica della produzione nel primo trimestre 2013 resta negativo per 10 punti percentuali; peggiorano le previsioni sull'occupazione.