Il Livorno Calcio esce dal processo sulla morte del calciatore Piermario Morosini, avvenuta il 14 aprile del 2012, sul manto erboso dello stadio Adriatico di Pescara, durante la partita del campionato di Serie B tra la squadra locale e quella toscana. L’autopsia ha accertato che il decesso venne causato da un arresto cardiaco dovuto ad una cardiomiopatia aritmogena.
Il processo Il procedimento, in corso nel tribunale di Pescara, vede imputati per omicidio colposo i medici del Pescara, Ernesto Sabatini, del Livorno, Manlio Porcellini e del 118 di Pescara, Vito Molfese, mentre la società labronica era stata citata in giudizio, come responsabile civile, insieme alla Pescara Calcio e alla Asl di Pescara, dall’avvocato di Maria Carla Morosini, sorella del calciatore deceduto e unica parte civile nel processo. Il giudice monocratico Valentina Battista ha accolto la richiesta formulata dall’avvocato Mattia Grassani, estromettendo la società toscana dal processo, in quanto il Livorno Calcio non aveva avuto modo di partecipare all’incidente probatorio.
Prossima udienza nel 2016 Rigettata, invece, l’eccezione presentata dal legale della Asl di Pescara: secondo il giudice la sussistenza di un rapporto di lavoro tra Molfese e la Asl Pescara non consente di estromettere l’ente dal procedimento, che ruota sulla perizia dei consulenti nominati dal Gip, in cui si sostiene che i tre medici «dovevano usare il defibrillatore semi-automatico, disponibile quel giorno allo stadio». Nel corso della prossima udienza, in programma l’8 febbraio del 2016, saranno ascoltati i primi cinque testimoni dell’accusa.