A Firenze è il giorno delle difese di Raffaele Sollecito e Amanda Knox, i due imputati nel processo d'Appello bis per l'omicidio di Meredith Kercher. Sarà il collegio difensivo della giovane americana a tenere questa mattina la prima arringa, affidata agli avvocati Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova.
La mail di Amanda «Non sono presente in aula perché ho paura. Ho paura che la veemenza dell'accusa vi impressionerà, che il loro fumo negli occhi vi accecherà». Lo scrive Amanda Knox in una mail inviata alla Corte d'assise d'appello di Firenze. Parlando delle accuse Amanda le definisce un «abuso ingiusto e maligno».«Meredith era la mia amica. Lei mi era simpatica, mi aiutava, era generosa e divertente. Non mi ha mai criticata. Non mi ha mai dato neppure un'occhiataccia» scrive Amanda nella mail. «L'accusa – continua Amanda – afferma che una rottura era avvenuta fra me e Meredith per la pulizia. Questa affermazione è una deformazione dei fatti. Nel periodo breve che Meredith e io eravamo coinquiline e amiche non abbiamo mai litigato. Dobbiamo riconoscere che una persona possa essere portata a confessare falsamente perché torturata psicologicamente» si legge ancora nella mail in cui Amanda si riferisce alla calunnia nei confronti di Patrick Lumumba. Amanda racconta anche di quando la portarono in Questura: «Mi hanno mentito, urlato, minacciata, dato due scappellotti sulla testa. Mi hanno detto che non avrei mai più visto la mia famiglia se non avessi ricordato cos'era successo a Meredith quella notte». «Il mio comportamento dopo la scoperta dell'omicidio indica la mia innocenza. Mai avrei pensato o immaginato – aggiunge – che avrebbero usato la mia ingenua spontaneità per supportare i loro sospetti. Non ho nascosto i miei sentimenti: quando avevo bisogno di conforto Raffaele mi abbracciava, quando ero arrabbiata bestemmiavo e facevo osservazioni insensibili».«Nessuno ha mai visto o sentito dire – continua Amanda – che Meredith e io avevamo mai litigato, disputato, discusso. Nessuno ha mai detto che Meredith fosse una maniaca antagonistica della pulizia o che io fossi una maniaca antagonistica dello sporco. L'accusa vi farebbe credere – ha proseguito Amanda – che questo è il motivo dell'omicidio. Ma questa è una deformazione inquietante dei fatti».
Amanda: «Meredith e la sua famiglia meritano la verità» «Non ho mai dimostrato un comportamento antisociale, aggressivo, violento o psicopatico. Non sono tossicodipendente o ossessionata di sesso – spiega ancora Amanda nella mail – Quando sono stata arrestata – aggiunge – mi hanno analizzata per droga e sono risultata negativa». Accusa e parti civili «vogliono che pensiate che io sia un mostro perché è facile condannare un mostro» Amanda, riferendosi al coltello che avrebbe usato per l'omicidio parla di «prova inventata» e definisce quelli dell'accusa «argomenti teatrali»e «indizi sconclusionati e inattendibili e anche nquietante e inaccettabile deformazione dei fatti. L'accusa e le parti civili – aggiunge – stanno commettendo delle ingiustizie contro di me perché non riescono ad ammettere, anche a se stessi, che hanno sbagliato terribilmente. Non ho ucciso – aggiunge Amanda – Non ho stuprato. Non ho tramato. Non ho istigato. Non c'ero e non avevo niente a che fare. Sono innocente – conclude Amanda – Raffaele è innocente. Meredith e la sua famiglia meritano la verità. Vi prego di porre fine a questa enorme ed estenuante ingiustizia»
La Corte: «Chi vuol parlare nei processi viene nei processi» La mail che Amanda Knox ha inviato alla Corte d'assise d'appello di Firenze «è irrituale. Chi vuol parlare nei processi viene nei processi». Lo ha detto il presidente della Corte d'assise Alessandro Nencini prima di leggere la mail inviata da Amanda Knox. «Non sono dichiarazioni spontanee», ha precisato Nencini parlando con i difensori della Knox. Il presidente della Corte ha anche sottolineato che sono i difensori ad attribuire ad Amanda la paternità del testo: «Io non l'ho mai vista, non la conosco».
Sentenza attesa per metà gennaio Dopo la pausa natalizia la Corte tornerà a riunirsi il 9 gennaio quando terrà l'arringa il collegio difensivo di Raffaele Sollecito guidato dall'avvocato Giulia Bongiorno. Il giorno successivo, il 10 gennaio, probabilmente il procuratore generale Alessandro Crini terrà la controreplica. Se questo calendario verrà rispettato, la corte d'Assise d'Appello si riunirà in camera di consiglio il 15 gennaio e in serata dovrebbe arrivare la sentenza. Il Pg Crini nel corso della requisitoria ha chiesto 26 anni di condanna per entrambi gli imputati e per Amanda Knox in aggiunta la condanna anche a 4 anni (di cui 3 già definitivi) per calunnia aggravata nei confronti di Patrick Lumumba. Alle richieste di queste pene si è associato ieri anche l'avvocato Francesco Maresca (leggi), il legale del collegio difensivo della famiglia della giovane studentessa inglese assassinata la sera del 1 novembre 2007 nella sua casa di Perugia.