francesco_schettinoBattute finali e sentenza attesa in settimana a Grosseto per il processo di primo grado per il naufragio della Costa Concordia. Imputato l’ex comandante Francesco Schettino accusato di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, naufragio colposo, abbandono di nave, abbandono di persone incapaci e omessa comunicazione con l’autorità marittima. Oggi al Teatro Moderno si prosegue con la discussione del difensore di Schettino Domenico Pepe, poi sarà la volta delle repliche: oltre al Pm, interverranno anche una decina di parti civili. Si arriverà quindi alla Camera di Consiglio e alla sentenza.

Chiesti 26 anni e l’arresto per pericolo di fuga Nella requisitoria, durata quasi 20 ore e che ha visto alternarsi nel corso di tre udienze tre magistrati (Alessandro Leopizzi, Stefano Pizza, Maria Navarro), sono stati chiesti per Schettino 26 anni di carcere – 14 anni per omicidio e lesioni colposi ai quali vanno ad aggiungersene altri 9 per l’accusa di naufragio e altri 3 per abbandono di incapaci e della nave – e l’arresto per ”pericolo di fuga”.

I numeri del processo Se ci sarà sentenza mercoledì prossimo, il processo di Grosseto sul naufragio della Costa Concordia si sarà completato in 71 udienze, per quasi 600 ore di dibattimento nell’aula ricavata al Teatro Moderno poiché il Tribunale cittadino ha spazi insufficienti. La prima udienza c’è stata il 17 luglio 2013. L’affitto è costato al ministero della Giustizia circa 1.500 euro al giorno (compresi lavori per un intervento sugli impianti). Uno solo è l’imputato, Francesco Schettino, mentre 180 sono stati i testimoni e i consulenti sfilati in un anno e mezzo a deporre sul palco del teatro, più 18 periti. Sono 379 le parti civili costituite, rappresentate da 65 diversi avvocati. Gli atti del processo sono contenuti in 100 faldoni, per quasi 56.000 pagine, tutto materiale custodito in una stanza appositamente allestita in Tribunale. Dieci le perizie incaricate nel corso del processo, oltre 30 le ordinanze dei giudici. Disposti due accessi del Tribunale al relitto della Concordia quando era ancora all’Isola del Giglio. Oltre ai tre giudici del Collegio penale di Grosseto – presidente Giovanni Puliatti, a latere Marco Mezzaluna e Sergio Compagnucci – per il Tribunale hanno lavorato al processo, a ogni udienza, cinque persone della cancelleria, un addetto alla registrazione e trascrizione supportato da due fonici messi a disposizione dal Comune. Polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia municipale hanno schierato nel teatro, in totale, una decina di agenti in media per udienza.