«Gli abitanti dell’isola del Giglio hanno subito un danno biologico ed esistenziale stimato da 125 a 189 milioni di euro». Lo ha detto il consulente tecnico Carlo Scarpa rispondendo in aula al processo di Grosseto ai legali del Comune del Giglio, che è parte civile. Il danno è calcolato per 1.418 residenti per 920 giorni di permanenza del relitto.
Il sindaco: «Danni incalcolabili a porto, turismo, musei e scuole» Ascoltato anche il sindaco dell’isola Sergio Ortelli che ha parlato di «danni incalcolabili al ‘brand’ dell’isola del Giglio; opere previste sull’isola – come al porto e per musei – ferme o rimandate ‘sine die’; economia turistica e portuale colpita da un forte calo di introiti». «Dopo il naufragio – ha detto Ortelli in aula – al brand Giglio si faceva sempre riferimento associandolo sia in Italia sia all’estero alla tragedia. Tanto che devo andare all’estero per difendere il buon nome e il turismo al Giglio e ci vado io personalmente. Prima del naufragio non andavo alle iniziative promozionali». Ortelli, che ha anche ricostruito la fase dell’organizzazione dei soccorsi e di assistenza ai naufraghi, ha parlato – rispetto ai danni – di «stallo della macchina comunale, di opere previste come mettere in sicurezza le scuole dell’isola e riorganizzare i campeggi rinviate così come l’ambita ristrutturazione della Rocca Pisana dove fare musei e un centro per attività culturali. Abbiamo avuto un ritardo nell’approvazione del piano strutturale, approvato solo il 20 dicembre 2013». Danni anche per le attività del porto del Giglio: «Abbiamo perso le entrate legate alle concessioni e l’opportunità di procedere all’ampliamentodel porto – ha detto Ortelli – C’era un progetto per il molo ma la capitaneria dette parere negativo, dicendo che non era il momento, perché parte del porto doveva essere utilizzato dai mezzi per la rimozione del relitto. Un porto preso d’assedio in questo modo non può essere adatto ad ospitare attività turistica», ha detto Ortelli.
«Attendiamo oltre 400mila euro di rimborsi da Costa» Il Comune dell’Isola del Giglio deve ottenere rimborsi da Costa Crociere per aver anticipato a proprie spese i costi di vitto e alloggio per il personale delle forze dell’ordine e di soccorso – in particolare della capitaneria e dei vigili del fuoco – che dal 2012 all’agosto 2014 è rimasto di stanza sull’isola come presidio fisso di protezione civile, sia nella fase dopo il naufragio, sia in quelle volta alla rimozione della nave – ha aggiunto il sindaco Ortelli – . A oggi è stato rimborsato oltre un milione di euro ma attendiamo altri 425mila euro. Manca ancora da rimborsarci una cifra importante considerando che il nostro Comune ha entrate annue per 2 milioni di euro – ha detto Ortelli -. È chiaro che 425mila euro è una cifra che mette a dura prova le nostre casse e in discussione il patto di stabilità». Ortelli ha spiegato che queste spese sono state anticipate dal Comune isolano «per velocizzare le operazioni e che i rimborsi provengono da polizze assicuratrici» di Costa. In merito alla bonifica e al ripristino del porto il primo cittadino ha spiegato che «le attività i fondali andranno avanti per un altro anno, ma spero che l’asticella non oltrepassi il 2015». Dopo la deposizione Ortelli ha precisato che la bonifica del porto «è una cosa», mentre sulla rimozione delle piattaforme sottomarine su cui ha poggiato il relitto «devono essere ancora fatte valutazioni e studi».
La replica di Costa: «Stime danni irrealistiche» Le stime dei danni subiti «mi sembrano assolutamente fantasiose e ipotetiche, questa ricostruzione di centinaia di milioni di danni sia per il Comune sia per la Regione mi sembra non realistica, in concreto non riesco a vedere quale possa essere un danno risarcibile secondo canoni di carattere giuridico». Lo ha detto l’avvocato Marco De Luca, difensore di Costa Crociere spa, in una pausa dell’udienza odierna. Sul piano delle «azioni risarcitorie mi sembra un’esposizione molto debole. Qui si è parlato di danni assai poco immediati e assai poco diretti – ha detto De Luca – Se si pensa al danno biologico, da parte di un Comune è francamente poco credibile mentre per il danno d’immagine per l’isola del Giglio non esiste. E’ stato ricostruito con elencazione specifica di dati di comunicazione, articoli di stampa, trasmissioni tv. L’aspetto qualitativo è stato dichiarato come estremamente negativo. Invece a me pare che l’isola del Giglio, il Comune e i gigliesi da questa vicenda abbiano avuto una ricostruzione di immagine assolutamente positiva, che tutti riconosciamo». De Luca ha anche ricordato che «ci sono stati numerosi premi che sono stati dati in Italia e all’estero al Giglio e ai suoi abitanti verso cui tutti abbiamo un senso di assoluto rispetto e di ammirazione per gli interventi che hanno fatto. Quindi parlare di un danno subito per l’impressione che i terzi hanno avuto dell’isola e dei gigliesi mi sembra francamente poco realistico». Anche sul calo delle presenze e della perdita di attrattività turistica lamentata dal Comune, l’avvocato De Luca ha detto che è un dato «controvertibile. A noi risultano dati per la verità un po’ diversi».
La controreplica dei legali del Comune «Immediata la replica dei difensori del Comune di Isola del Giglio lo studio legale Pavia Ansaldo e l’avvocato Maria Chiara Zanconi: «Nel corso dell’udienza odierna il Prof. Scarpa, consulente del Comune di Isola del Giglio, ha illustrato dettagliatamente le tipologie di danno subite dall’ente territoriale. In tale sede è stato sottolineato come il Comune sia in sé che come ente esponenziale abbia subito una palese e diretta lesione alla propria identità personale (immagine, nome, reputazione), lesione che, naturalmente, si aggiunge agli ulteriori danni patrimoniali individuati e quantificati dal Prof. Scarpa. In tale quadro non si è parlato di danno biologico ed esistenziale dei gigliesi, men che meno del Comune, bensì sono stati offerti criteri e parametri di quantificazione del tutto in linea con i principi in materia. Il riferimento al danno biologico, pertanto, è stato effettuato, anche in considerazione della qualità del caso specifico, unicamente nell’ambito della valutazione del turbamento e del disagio della collettività rappresentata dall’ente territoriale, valutazione cui non si è correlata una quantificazione rimessa alla determinazione equitativa del giudice».
Il presidente: «Noi conosciuti per Galilei e Da Vinci, ora solo per Schettino» «Eravamo conosciuti per Galileo Galilei e Leonardo da Vinci, ma adesso tutti ci conoscono per Schettino e le sue oscenità». Sono state queste le parole del governatore toscano Enrico Rossi a margine del processo a Grosseto per il naufragio della Costa Concordia, per il quale stamani è stato chiamato a deporre come testimone insieme ad Anna Maria Sargentini, presidente dell’Osservatorio sulla Concordia e al sindaco Ortelli. «La Toscana – ha aggiunto Rossi – vantava un paesaggio straordinario e quel mostro adagiato ha dato un tocco mortale al turismo non solo del Giglio ma di tutta la nostra regione». La Regione Toscana è parte civile. Assente l’imputato Francesco Schettino: il suo difensore Domenico Pepe ha spiegato ai giudici che l’ex comandante della Concordia ha problemi di salute e che si scusa per l’assenza.
La testimonianza del governatore: «Caduta in generale del turismo balneare» Il danno maggiore è l’accostamento» al naufragio della Costa Concordia «del marchio della nostra regione – ha aggiunto il presidente Rossi testimoniando in aula al processo di Grosseto nella fase concentrata sulla determinazione del risarcimento del danno – , nota per la sua bellezza, con un evento molto negativo che in parte lo ha deturpato. La Toscana in qualche misura è stata collegata a quell’evento» e il danno al turismo «non può essere compensato, se vediamo i dati dell’affluenza all’isola del Giglio del turismo, con il turismo morboso» dei curiosi che poi andarono sull’isola a vedere il relitto. «C’è stata una caduta in generale del turismo balneare – ha aggiunto Rossi -, in particolare, guarda caso, nell’arcipelago toscano non c’è dubbio che nell’immaginario collettivo il Giglio è l’isola che ha il mostro di ferro adagiato accanto al porto, non è il Giglio come luogo di vacanze».
«Speravamo in un ritorno da demolizione nave» «Ho apprezzato la determinazione di Costa Crociere nella rimozione del relitto, ma ci saremmo aspettati qualche ritorno economico positivo, con la demolizione della nave che venisse fatta in Toscana» ha spiegato Rossi. «Purtroppo così non è stato, ne abbiamo preso atto, comunque va bene lo stesso, perché l’importante era togliere il relitto dal posto dove si trovava».