«Certamente che me la sentivo di tornare a bordo, ma vi pare?». Così il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino ha risposto ad una domanda dei giornalisti uscendo dall'udienza odierna del processo in corso a Grosseto dove è imputato per il disastro del Giglio. Schettino ha anche detto di essere «d'accordo con la Capitaneria di porto per rimanere l'ultimo a scendere dalla nave» ma che poi fu costretto a lasciarla per la progressiva inclinazione nel punto in cui si trovava.
Schettino: «Ho sentito testimonianze leali» «Ci sono anche dei testimoni leali a questo processo che dicono come sono andate le cose riguardo al momento in cui ho lasciato la Costa Concordia, come il marinaio bulgaro che ha finito di testimoniare da poco, e l'infermiera romena, i quali hanno raccontato come effettivamente andai via della nave» prosegue Schettino, ricordando anche il racconto di un testimone, un marittimo bulgaro, che ha detto di aver lui stesso richiamato da una scialuppa il gruppo di persone, tra cui Schettino e alcuni ufficiali, mentre la Costa Concordia si andava inclinando sempre più fino a sommergere il ponte dove lo stesso gruppo con Schettino si era recato per imbarcarsi sulle scialuppe di salvataggio. «Il marinaio bulgaro ha raccontato correttamente di quando mi ha detto di andare via dalla nave – ha fatto notare Schettino – Inoltre leale è stato anche il racconto dell' infermiera in altre udienze». Si tratta della testimone Raluca Soare che in una precedente udienza aveva raccontato come Schettino arrivò sulla lancia dove c'era anche lei.
Il teste: «Generatore di emergenza andò in corto» Oggi al Teatro Moderno è stato il giorno dell'electronic officer della Costa Concordia, Ciro Iosso che nella sua testimonianza ha detto che il generatore d'emergenza, che avrebbe potuto dare energia fondamentale alla Costa Concordia nei drammatici momenti dello sbandamento dopo l'urto contro gli scogli dell'isola del Giglio, «ebbe un cortocircuito ma non sapevamo la causa, certo e' che il generatore d'emergenza alimenta timoni, pompe di emergenza, sistema antincendio, utenze di base per la nave, come gli ascensori, e sbracci per le scialuppe». Sul funzionamento del generatore è previsto un supplemento di perizia a bordo del relitto proprio il prossimo gennaio e il Pm Maria Navarro stamani ha insistito, così come le altre parti, con domande mirate a chiarire anche questo aspetto del naufragio in un'udienza dedicata ai guasti tecnici della nave. «Ho trovato interruttori da 440 v saltati – ha detto Iosso – credo per cortocircuito, quindi significa che c'era stata energia e che il diesel d'emergenza ha 'agganciato' qualche minuto» prima di bloccarsi. L'ufficiale dedicato all'elettronica della nave ha confermato che «quattro giorni prima c'era stato un test nel porto di Barcellona ed era andato bene». Il teste ha confermato anche il surriscaldamento del generatore e il quasi immediato guasto alla ventola di raffreddamento ma «non pensavamo che ci fosse stato un urto tale da intaccare la struttura elettrica della nave, nessuno ce lo disse». Ad ogni modo «con l'acqua arrivata al ponte zero era finita. Tecnicamente potevamo avere anche i generatori asciutti, ma con il quadro elettrico principale perso e la sala Pem persa, la nave non ebbe più navigabilità». Anche un altro teste, Sergio Iuorio, elettricista di bordo, ha parlato delle avarie elettriche alla Costa Concordia dopo l'impatto con gli scogli.
Patteggiamenti, Cassazione si riunisce il 31 gennaio La quarta sezione penale della Corte di Cassazione si riunirà il 31 gennaio 2014 sul ricorso presentato dalla Procura generale presso la corte d'appello di Firenze contro i patteggiamenti definiti il 20 luglio scorso dal Gup di Grosseto Pietro Molino a carico di cinque co-indagati di Francesco Schettino per il naufragio della Costa Concordia (leggi) https://www.agenziaimpress.it/news/cronaca/costa-concordia-prime-cinque-condanne-per-il-naufragio_12708.html. Il Gup, dopo il parere positivo della procura, ammise al patteggiamento il capo dell'unità di crisi di Costa Crociere, Roberto Ferrarini a 2 anni e 10 mesi, l'hotel director Manrico Giampedroni a 2 anni e 6 mesi, il primo ufficiale in plancia Ciro Ambrosio a 1 anno e 11 mesi, l'ufficiale Silvia Coronica a 1 anno e 6 mesi, il timoniere Jacob Rusli Bin 1 anno e 8 mesi, tutti accusati di omicidio plurimo colposo e lesioni plurime colpose in concorso col comandante Schettino. Gli ufficiali di plancia e il timoniere anche di naufragio colposo. La Procura generale di Firenze ha impugnato la decisione del Gup criticando in particolare le condanne «particolarmente miti» ma soprattutto il riconoscimento delle attenuanti generiche. Secondo il Sostituto Procuratore generale Adolfo Gambaro le dichiarazioni «non hanno dato un contributo particolare alle indagini dato che le modalità del naufragio sono emerse in modo palese e il comportamento processuale non ha avuto valore tale da giustificare le attenuanti generiche».