«In questi casi se si pensa troppo arriva anche la paura. Ma quella notte c'era troppo da fare, dovevamo aiutare persone bisognose e non ho avuto tempo di pensare». E’ il racconto di Mario Pellegrini, vicesindaco dell’Isola del Giglio che la drammatica notte del naufragio della Costa Concordia salì sulla nave per salvare dai naufraghi e per questo in tanti l'hanno definito l'eroe di quella notte.  Ricordi che Pellegrini ha ripercorso ieri al Teatro Moderno di Grosseto durante l’udienza del processo per il naufragio.
 
Sulla nave solo commissari di bordo «La nostra preoccupazione era di sapere quante persone arrivavano nel porto. Parlando con il sindaco abbiamo ritenuto che dovessi andare a bordo per capire esattamente cosa era successo – ha spiegato – Sono salito sul lato dritto di prua della nave  dalla biscaggina. Una volta a bordo al ponte tre ho chiesto dove potevo trovare degli ufficiali ma gli unici che trovavo erano commissari di bordo. Non trovando ufficiali sono ritornato al ponte tre dove c'erano tante persone che non sapevano più cosa fare». «Saputo che sul lato sinistro c'era molta gente sono andato su quel lato della nave ma in quel momento la nave ha iniziato a ribaltarsi. Cercavo di camminare ma venivo scaraventato nella parete che era diventato ormai un pavimento» ha detto Pellegrini ripercorrendo quei drammatici momenti.
 
Gente nel panico e ferita «Il commissario Barabba mi ha chiesto di dargli una mano a mettere in salvo con una cordicella dei naufraghi che erano rimasti in un corridoio ormai diventato un pozzo pieno d'acqua – ha detto ancora il vicesindaco -. La prima persona che abbiamo portato in salvo era una ragazza che, entrata nel panico, abbiamo dovuto tirare su per le gambe. L'ultimo è' stato un cameriere indiano che aveva ormai l'acqua alla gola. Avevo le mani tagliate dalla corda.
Una volta terminata questa attività siamo scesi al ponte sotto e abbiamo messo in salvo una ragazza che si era fratturata una gamba affidandola alle cure dei Vigili del Fuoco. Una bambina stava per rimanere senza fiato a causa della ciambella di salvataggio, anche perché le si era frapposto un adulto. Allora urlai: «non siate animali, prima i bambini».