Una provvisionale immediatamente esecutiva non inferiore a 20 milioni di euro a fronte di danni complessivi per circa 200 milioni di euro per il naufragio della Costa Concordia subiti dall’Isola del Giglio. E’ quanto richiesto dal Comune del Giglio, tra danni patrimoniali e non patrimoniali, tramite i suoi legali Maria Chiara Zanconi e Alessandro Maria Lecci nella discussione di parte civile al processo di Grosseto sul naufragio della Costa Concordia.
Danni all’immagine e ripercussioni turistiche Nell’udienza sono stati illustrati i danni subiti dal Giglio, tra cui quello all’immagine e la flessione turistica, oltre al ritardo nelle opere pubbliche, il blocco dell’attività amministrativa e il «turbamento alla popolazione». «Parzialità delle fonti, soggettività dei criteri di valutazione, presenza di macro-errori con valutazioni assenti o valutazioni sbagliate, fallacia delle conclusioni – hanno spiegato i legali del Giglio – Le consulenze che Costa Crociere ha fatto nel corso del processo, a dimostrazione dell’assenza del danno patrimoniale e non patrimoniale, sono state completamente smontate e adesso non rimane più nulla». Nella discussione i legali del Comune di Isola del Giglio hanno illustrato le voci per arrivare a quantificare la provvisionale da 20 milioni di euro.
I costi sostenuti Tra i criteri principali, le somme anticipate dal Comune per conto dello Stato o di altre amministrazioni a seguito della dichiarazione dello stato di emergenza non ancora rimborsate per 340.305,05 euro, il costo del personale distolto all’ordinaria attività a favore della gestione dell’emergenza per 1.017.201,00 euro, il costo sostenuto dal Comune per la mancata realizzazione del Piano stesso per 1.265.607,50 euro. Infine, il danno all’immagine per lesione all’identità, nome e reputazione nonché per il mancato svolgimento di eventi, trasformazione dell’isola in un cantiere, turbamento della popolazione, per diminuita percezione sia da parte dei cittadini che sul piano internazionale commisurato, per gli anni 2012, 2013 e 2014 nella flessione del turismo per un totale di 4.840.000 euro e l’ulteriore danno all’immagine anche per la persistente associazione del nome dell’isola al tragico naufragio in ulteriori 10.000.000 di euro. «Se l’indagine dei periti di Costa Crociere aveva anche una minima pretesa di scientificità, – hanno concluso i legali gigliesi – si schianta e si disintegra di fronte alla rigidità dei criteri in tema di valutazione di prova».
Il sindaco Ortelli «Di fronte ad una brutta figura internazionale da parte del nostro Paese, i gigliesi, insieme a altri veri italiani, si sono presi la responsabilità del riscatto». Lo ha detto il sindaco di Isola del Giglio, Sergio Ortelli, oggi a Grosseto per assistere al processo sul naufragio. Ortelli ha aggiunto che «il danno per l’Isola del Giglio esiste. Anche quello d’immagine che si protrarrà nel tempo. Irrimediabilmente. Chi in questi anni ha sostenuto il contrario mente, sapendo di mentire. Una pagina triste e drammatica – ha proseguito Ortelli – che ha provocato danni alla macchina comunale oltre ad un profondo turbamento dei gigliesi che l’amministrazione comunale rappresenta oggi come quella notte: nessuno di noi potrà mai dimenticare cosa è accaduto in quegli interminabili giorni e negli anni successivi. Ancora oggi – ha concluso Ortelli – non sappiamo cosa ci aspetterà per il futuro. Con certezza possiamo affermare che non c’è stato alcun guadagno sotto il profilo economico tantomeno sotto il profilo dell’identità, del nome e della reputazione turistica».
Il naufragio del secolo «Quello della Costa Concordia è il naufragio del secolo. Chiediamo un risarcimento esemplare proporzionato alla pena». Così, proseguendo la discussione delle parti civili al processo di Grosseto sul naufragio del Giglio, l’avvocato Marco Festelli di Confconsumatori Grosseto: «Chiediamo anche il danno morale – prosegue il legale -. Gli 84 milioni di euro di risarcimenti versati da Costa sono quisquilie nel bilancio di una multinazionale come questa». Il legale ha anche invitato il tribunale a considerare «il comportamento processuale del responsabile civile perché ci risultano passeggeri a cui Costa non avrebbe mai offerto nulla».