«L'ordine di abbandonare la Costa Concordia l'ha dato Schettino o lei?», ha chiesto il Pm Stefano Pizza al comandante in seconda, il cosiddetto K2 della Costa Concordia Roberto Bosio, oggi a Grosseto come testimone al processo per il naufragio della Costa Concordia. «Non è mai stato detto l'ordine – ha risposto -. Il tasto dell'abbandono nave l'ho schiacciato io». «Nonostante l'inerzia del comandante?», incalza il Pm. «Sì, l'abbandono nave non lo dette il comandante, lo detti io schiacciando il tasto 10».
 
Il teste: «Ufficiali nervosi, Schettino sempre al telefono» Nervosismo, parolacce e ira degli ufficiali in plancia di comando mentre la Concordia affondava e Schettino era sempre al telefono mentre alle richieste dei suoi diceva «Aspetta, aspetta…». «Qualcuno alzò la voce – ricorda il teste Bosio – furono dette cose irripetibili, ci fu un botto, era Bongiovanni che gettò un blocknotes a terra in uno scatto d'ira. Il nervoso cominciòa salire per il perdere tempo e l'aspettare a dare l'emergenza generale e l'abbandono nave. Bongiovanni e il safety manager Pellegrini erano molto agitati, Canessa, anche, mi sembrava non tranquillo. Forse Ambrosio di tutti era quello meno agitato – ricorda ancora il teste – Il 'perdere tempo' e l' 'aspettare' da parte del comandante faceva salire il nervosismo, perché ormai eravamo a conoscenza della situazione. Ci fu un'escalation». «spingevamo col comandante per dare l'emergenza, io e gli ufficiali Pellegrini e Bongiovanni, ma ogni volta o c'era la telefonata con l'unità di crisi con Ferrarini, o con la macchina della nave. E lui ci diceva 'Aspetta, aspetta'. Era un continuo post datare l'emergenza generale, gli ufficiali diventavano nervosi».

«Navigazione turistica e inchino sono differenti» «C'e' una netta differenza tra navigazione turistica e inchino. Sono cose diverse. Il cosiddetto inchino è la navigazione che nel Mediterraneo, per esempio, si fa sotto costa nel golfo del Leone, davanti a Marsiglia per affrontare il mistral e per prendere meno mare. Si allunga la navigazione, ma lo si fa per il comfort dei passeggeri e per non sollecitare lo scafo». Lo ha chiarito il comandante Bosio di Sanremo rispondendo al Pm Pizza che ha chiesto in modo specifico di definire i significati delle parole. «La navigazione turistica – ha anche detto Bosio – è per far vedere ai passeggeri le cose belle che abbiamo intorno, i paesaggi, le coste dell'Italia».

Bosio: «Bloccai ordine Schettino di gettare ancore a troppa profondità» La Costa Concordia «si sarebbe capovolta se si fossero gettate le ancore dove diceva il comandante Schettino, dove il mare era profondo cento metri. Ma, parlandone con me, riuscii a dissuaderlo, Schettino finì per concordare con me e non le gettammo lì». Così il teste Bosio ha ricordato al processo una delle fasi del naufragio del Giglio, quando la nave era alla deriva dopo l'urto con gli scogli e prima di rientrare verso il porto andando a posizionarsi dove si trova anche ora. Schettino proponeva al suo K2 di dare le ancore per frenare lo scarrocciamento della nave spinta dal vento e ormai fuori controllo. «Ho comunicato al comandante che prima di dare fondo alle ancore con cento metri d'acqua sotto la chiglia, secondo me, gli dissi, non è il momento giusto, con la nave sbandata di 15-20 gradi. C'era la possibilità di capovolgersi in mezzo alla baia con tante persone a bordo, allora Schettino ha concordato con me». Poi, «c'e' stato un secondo ordine di Schettino a 54 metri di fondale, ma valeva lo stesso discorso di prima e non dette le ancore; successivamente, a 28 metri di fondale vengono calate le ancore, prima la dritta e poi la sinistra. Ci sono decisioni che si prendono insieme col comandante e se ne parla prima», ha anche spiegato il K2 Bosio chiarendo alcune dinamiche nella catena di comando della nave.