Il processo sul naufragio della Costa Concordia riprenderà la mattina del prossimo 11 novembre al Teatro Moderno di Grosseto con nuove testimonianze proposte dal pubblico ministero. L'11 stesso sarà sentito l'ufficiale di coperta Stefano Iannelli. Il 12 novembre altra udienza con gli ufficiali Francesco Anziani (direttore di macchina di Costa Crociere Spa), Hugo Di Piazza (terzo ufficiale di macchina della Concordia) e Alberto Fiorito (ufficiale di guardia in macchina sulla Concordia). Il collegio del Tribunale, durante l'udienza di oggi, ha inoltre incaricato un perito di svolgere una perizia specifica sugli ascensori di bordo della nave Costa Concordia. L'incarico sarà formalmente affidato il prossimo 7 novembre presso la Cancelleria del Tribunale di Grosseto. Stamani la prima deposizione in aula è stata quella del maitre Ciro Onorato, fratello di Gianni Onorato, ex direttore generale della Costa Crociere spa; a seguire, secondo l'appello chiamato dalla cancelleria del collegio del Tribunale, la testimonianza del primo maitre Antonello Tievoli. La più attesa dai media è stata, però, la ballerina moldava Domnica Cemortan. Dopo Domnica c'è stata anche la testimonianza dell'ex comandante di Costa spa, Mario Palombo. In aula il comandante Francesco Schettino, che finora è stato presente a tutte le udienze del processo.
Domnica ammette la relazione con il comandante Diversi minuti ci sono voluti prima che Domnica Cermotan rispondesse alla domanda su una sua presunta relazione con Schettino. Il processo in corso al Teatro Moderno di Grosseto è stato anche interrotto perché la ballerina moldava non voleva rispondere alla domanda posta dall'avvocato di parte civile Michelina Suriano, che rappresenta alcuni naufraghi. Il presidente Giovanni Puliatti le ha spiegato l che per la legge italiana doveva rispondere, perché è rilevante stabilire i rapporti con l'imputato Schettino ai fini di valutare l'attendibilità del teste. Ma Domnica ha continuato a non rispondere. Poi alla fine ha ammesso: «Si’, ho avuto una relazione con Schettino».
Domnica sulla Concordia senza biglietto: «Non te lo chiedono se sei l'amante di qualcuno» Domnica salì sulla Costa Concordia a Civitavecchia il 13 gennaio 2012 senza avere il biglietto e senza sapere se fosse stata registrata. «Quando sei l'amante di qualcuno non ti chiedono il biglietto», ha commentato Domnica con l'interprete durante il processo, che ha tradotto la frase per l'aula. Gli avvocati di parte civile le chiedevano perché non avesse il biglietto d'imbarco. Domnica non voleva che il suo commento fosse tradotto, ma l'interprete ha detto che era obbligo riferire le sue frasi. All'imbarco sulla Costa Concordia da Civitavecchia l'hotel director Manrico Giampedroni e lo stesso Schettino andarono ad accogliere Domnica, dopo che lei stessa chiamo' il comandante al telefono.
Domnica: «Non ho sentito l'urto, ma ho visto le luci dell'allarme» «Mi ero imbarcata sulla Costa Concordia come passeggero il 13 gennaio 2012. Conoscevo già Schettino, cenai in ristorante con lui, mangiavo un dessert col capitano e a un certo punto Schettino mi ha fatto tipo scherzo dicendomi che gli ufficiali dovevano chiamarlo al telefono perché dovevano rallentare la nave perché io dovevo finire il dessert». E’ il racconto di Domnica. «Sull'avvicinamento al Giglio nulla mi disse, e del colloquio con gli ufficiali non mi riferì nulla – dice anche -, non ho mai saputo del tragitto che doveva seguire la nave, solo alla fine mi ha invitata sul ponte di comando con Ciro Onorato. Sulla plancia il capitano è andato prima di noi, poi io e Ciro Onorato ci siamo fermati all'ingresso, vicino alla porta. In plancia tutto sembrava normale. Non ho visto niente perché era buio, a un certo punto silenzio e lui ha iniziato a dare comandi in termini marini, e ho sentito un ufficiale che era stato sbagliato l'ordine del comandante e il comandante l'ha brontolato ripetendo l'ordine. Dopo qualche minuto, è successo quello che è successo. Non ho sentito l'impatto, l'urto, ma ho visto le luci dell'allarme».
«Io, morta per la seconda volta» «Sono morta per la seconda volta. Adesso basta, voglio cominciare una nuova vita» è lo sfogo davanti alle telecamere della moldava Cermotan all’uscita del Teatro Moderno. «Ho una figlia e sono due anni che non lavoro. La mia vita privata non conta nel processo» ha detto riferendosi alal domanda posta sulla sua possibile relazione con il comandante Schettino.
L’ex comandante Palombo: «Dissi a Schettino “Stai al largo”» «Dissi a Schettino che non c'era motivo di fare il passaggio al Giglio, era inverno e sull'isola non c'era nessuno. Gli dissi “ti consiglio di allontanarti”, fai un giro e vai al largo». Così, in un momento della sua testimonianza, l'ex comandante di Costa spa, ora in pensione, Mario Palombo riferisce della telefonata avuta il 13 gennaio 2012 con Schettino dal ponte di comando della Costa Concordia. «Mi chiamo' Tievoli – dice Palombo – Rimasi sorpreso, mi disse “sono a traverso del Giglio”, poi mi passò al telefono Schettino che mi disse: “Abbiamo piacere di fare un passaggio a 0,4 miglia dal Giglio”. Lo sentivo in soggezione nei miei confronti, in anni passati fu imbarcato con me – continua – Ma ebbi un certo fastidio, perché un comandante chiedeva a un comandante una cosa che deve sapere. I fondali sono marcati» sulle carte nautiche e poi non c'era motivo, «sull'isola non c'era nessuno.'Allora gli dissi di andare via, di andare al largo, lo sconsigliai». Palombo parla anche degli avvicinamenti alla costa fatti quando era comandante, una volta anche al Giglio: «Rimasi con la mia nave a 5-600 metri, così e con la nave lenta, si poteva fare. I passeggeri furono avvisati, fu data una festa in piscina, anche le autorità dell'isola erano state avvisate». All'osservazione di una parte civile, che chiedeva a Palombo un giudizio «su un passaggio a 0,12 miglia dalla costa», l'ex comandante risponde «che è impossibile» per una nave di quelle dimensioni a quella velocità». Su Schettino Palombo ricorda di quando in anni precedenti era suo subalterno su un'altra nave della Costa Crociere: «Gli feci una relazione negativa, una nota sul comportamento, Schettino era rispettoso ma tendeva spesso a scaricare le responsabilità sugli altri quando c'era qualche problema disciplinare o di altro tipo».
Il teste Tievoli: «Chiesi io il passaggio al Giglio» «Durante una cena chiesi al comandante Schettino di passare meno lontani dalle usuali cinque miglia dal Giglio. E, il 6 gennaio, mi sembrava che fossimo più vicini del solito: ma Schettino, giunto dopo sul ponte, non fu entusiasta della distanza» e disse al vice di prendere nota per il 13 gennaio 2012. A dirlo è il primo maitre Antonello Tievoli ascoltato oggi come teste dell’accusa. La cena in cui Tievoli, restaurant manager e primo maitre dei ristoranti della Costa Concordia, chiese a Schettino di passare più vicino al Giglio è del «2 o 3 gennaio». Poi «la sera del 6 gennaio – prosegue il teste – si era sul ponte di comando», e ci fu un primo tentativo di accostata al Giglio. «Mi sembrava che fossimo più vicini del solito – dice Tievoli -. Quando salii sul ponte non c'era Schettino, c'era Ambrosio e vidi con lui il passaggio al Giglio. Poi arrivò Schettino, non fu entusiasta della distanza, pensava che non fosse abbastanza ravvicinata. A me – prosegue Tievoli – sembrava già abbastanza rispetto alla consuetudine, e lo ringraziai. Dopodiché Schettino «disse a Ambrosio di prendere nota e stabilire una rotta per la settimana dopo». E così avvenne. Il 13 gennaio 2012, giorno del naufragio, prima di partire da Civitavecchia, «Schettino – ricorda – mi contattò per fissare un tavolo al ristorante, ricordandomi che c'era da fare il passaggio al Giglio». Tievoli riferisce poi che il 13 gennaio, la mattina, avvisò i familiari, tra cui la madre, del passaggio ravvicinato della Concordia al Giglio, dove risiede il maitre e la sua famiglia.
Schettino disse: «Ma chi me l’ha fatto fa’…» «Vedemmo la poppa sobbalzare sugli scogli. Non ho avvertito nessuna vibrazione della nave, ma iniziarono a suonare gli allarmi. Era una notte buia e senza luna, non si vedeva nulla – ha proseguito Tievoli -. Con i colleghi Onorato e Giampedroni ci eravamo spostati sull'aletta di sinistra in prossimità del passaggio per vedere l'isola». «Ma chi ce l'ha fatto fa'…» furono le parole di Schettino a Tievoli quando, dopo il naufragio della Costa Concordia, si ritrovarono a terra sull'isola del Giglio commentando l'accaduto.
Pm fa leggere pagina Fb con l’annuncio del passaggio ravvicinato«Tra poco passerà vicina vicina la Concordia di Costa Crociere, c'è mio fratello». Lo scrisse sulla sua pagina Facebook la sorella del restaurant manager Tievoli, Patrizia, alle 21.08 del 13 gennaio 2012. Alle 21.45 ci fu l'impatto contro gli scogli. La frase è stata fatta leggere dal Pm Navarro ad Antonello Tievoli, mostrando un video della pagina web, durante la testimonianza al processo di Grosseto sul naufragio. Il pm ha anche chiesto dove fosse la casa di Tievoli al Giglio: «La mia casa al Giglio è collocata nella parte alta del porto vicino alle Scole» ha risposto Tievoli.
Il teste Onorato: «Scene di panico, passeggeri schiaffeggiarono marittimi» «Io e l'hotel director Giampedroni eravamo vicini, sull'aletta sinistra, per vedere la navigazione, e lui a un certo punto mi dice “Questo qui ci porta a sbattere sugli scogli”; io risposi “Conoscendolo, non credo”. Invece sbattemmo». A raccontarlo è il testimone Onorato al Pm Maria Navarro. Dopo l'urto Onorato commentò a voce alta: «Stiamo proprio con il culo a terra». Ricordando gli attimi dopo l’impatto con gli scogli Onorato ha descritto scene di panico. «Ho visto che alcuni passeggeri schiaffeggiarono un membro dell' equipaggio. I passeggeri scappavano, la cucina del ristorante Milano era impraticabile, era tutto distrutto, c'era un forte flusso dei passeggeri verso i ponti esterni, feci mettere tovaglie a terra per evitare che la gente scivolasse, soccorremmo un passeggero».
«Schettino cenò con Domnica» «Stammi vicino non mi abbandonare». Sono le parole che avrebbe detto il comandante Schettino a Ciro Onorato, nei momenti successivi all'impatto con gli scogli, dopo averlo fatto cercare e chiamato di nuovo in plancia di comando. Onorato dopo l'urto era andato a coordinare i soccorsi ai passeggeri. «Sono salito in plancia dopo essere stato chiamato al telefono – prosegue Onorato -. Schettino indossava un giubbotto sopra l'uniforme ed era insieme alla Cemortan che si era cambiata l'abito di gala mettendosi vestiti più comodi. La situazione era critica». «Il comandante Schettino la sera del 13 gennaio 2012 era in compagnia di una signora, la moldava Cemortan, con cui cenò al ristorante Milano della nave. Mi fece i complimenti per il piatto di agnello appena mangiato, in quel momento gli arrivò una telefonata dal ponte di comando, chiese il dessert e disse che poi doveva andare a fare questa accostata al Giglio». Sono le fasi prima dell'urto della Concordia riferiti in aula dal maitre Ciro Onorato. Schettino poi invitò Onorato a seguirlo sulla plancia per ammirare la navigazione accanto al Giglio, parlò di “passaggio”. «Era la prima volta che assistevo ad un'accostata dalla plancia», fatta di sera e in periodo invernale. «Dopo l'invito sono andato con lui sul ponte di comando, c'era la signorina Cemortan; c'era il primo maitre Tievoli; sul ponte ho trovato l'hotel director Giampedroni, quando sono entrato ho riconosciuto l'ufficiale Ciro Ambrosio. Dopo che Schettino assunse il comando, ci fece andare verso l'aletta di sinistra per vedere meglio la navigazione».
Il legale del Giglio: «Nessuno scrupolo per i passeggeri» «Non hanno avuto alcun scrupolo per i passeggeri che erano sulla Concordia. Hanno pensato solo ad abbandonare la nave» Lo ha detto Alessandro Lecci, legale di Isola del Giglio, commentando la testimonianza dl maitre di bordo Onorato. «L'impressione che abbiamo avuto – ha proseguito il legale – è quella di una grande confusione sulla nave dopo l'impatto con lo scoglio delle Scole».
Tribunale dispone restituzione salma Maria Grazia Trecarichi Il collegio del Tribunale di Grosseto ha disposto la restituzione alla famiglia della salma di Maria Grazia Tricarichi, la passeggera della Costa Concordia dispersa e il cui cadavere è stato individuato sul relitto della nave tre settimane fa (leggi). Saranno restituiti anche gli oggetti personali della passeggera utilizzati per il riconoscimento. Lo ha comunicato il presidente del Tribunale Giovanni Puliatti al termine dell’udienza di ieri.