Apre al pubblico dal 25 marzo la Chiesa di San Lorenzo in Ponte a San Gimignano (Siena) grazie alla prima applicazione in Italia di federalismo demaniale culturale. La Chiesa risale al 13esimo secolo e al suo interno custodisce l’affresco di una Madonna col Bambino il cui volto della Vergine, secondo alcuni studiosi, è riconducibile all’attività giovanile di Simone Martrini.
Da chiesa a magazzino Nel 1435 la chiesa perse il titolo parrocchiale e nel 1471 risultava essere una semplice cappella. A partire dal 16esimo secolo per San Lorenzo in Ponte iniziò un lungo e progressivo declino, fino ad essere alienata a privati e destinata ai più vari usi, da tinaia a frantoio passando da magazzino di calce e laterizi. Acquisita dal Demanio dello Stato nel 1929, è stata oggetto nei decenni seguenti di varie vicissitudini, che ne hanno sensibilmente ridotta la fruizione pubblica. Fino a quando, nel 2011 il Comune di San Gimignano l’ha acquisita gratuitamente dal Demanio dello Stato procedendo a partire dallo scorso anno a interventi di restauro e adeguamento strutturale in collaborazione la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Provincie di Siena, Grosseto e Arezzo.
Il sottosegretario Borletti Buitoni per il taglio del nastro Per celebrare l’apertura, sabato 25 marzo al teatro dei Leggieri di San Gimignano l’amministrazione comunale ha organizzato una tavola rotonda dal titolo “Il patrimonio culturale fra recupero, valorizzazione e leva di sviluppo territoriale”. Interverranno Giacomo Bassi, sindaco di San Gimignano; Monica Barni, vicepresidente della Regione Toscana; Anna Di Bene, soprintendente Sabap Siena, Arezzo e Grosseto; Silvia Costa, presidente della Commissione Cultura ed Istruzione del Parlamento Europeo; Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario del Mibact con delega per l’Unesco; Roberto Reggi, dg dell’Agenzia del Demanio; Evelina Christillin, presidente dell’Enit; Giuseppe Costa, presidente Opera-Civita; Marco di Luccio, responsabile sviluppo beni del Fai.