Il mese di dicembre si conferma come il più importante dell’anno per le vendite, concentrando da solo oltre il 10% degli acquisti totali. Ma è dai giorni successivi all’8 dicembre che l’attenzione dei consumatori si concentra tutta sulle spese di Natale. Lo conferma il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni: «per Natale regge sia la tradizione del regalo sia la spesa, che in Toscana stimiamo tra i 170 e i 180 euro a testa, cifra in linea con quella dello scorso anno».
Piace l’artigianato di qualità Tra le preferenze di acquisto dei toscani si confermano ai primi posti alimentari (con grande attenzione ai prodotti artigianali di qualità), giocattoli, abbigliamento e calzature. Ma tra i regali, secondo la Confcommercio, ci sarà anche spazio per il benessere personale (trattamenti di bellezza e prodotti per la cura della persona), per gli immancabili smartphone di ultima generazione e per i prodotti informatici e di elettronica di consumo. Insomma, Natale diventa l’occasione giusta per rinnovare gli strumenti tecnologici di uso quotidiano, magari togliendosi qualche sfizio nella scelta del modello.
Black Friday e ecommerce influsicono sugli acquisiti «Anche le vendite di Natale risentono dei cambiamenti nelle modalità di consumo», sottolinea Marinoni, «da una parte una maggiore familiarità con l’ecommerce, soprattutto fra gli ‘under 35’, poi la caccia al prezzo migliore, che ha spinto qualcuno ad anticipare qualche regalo addirittura a novembre, nei giorni del Black Friday che garantivano sconti anche importanti». Segno, secondo il direttore di Confcommercio, «che la voglia di spendere rimane vivace, ma si scontra con la realtà: le famiglie, anche quando hanno bilanci stabili e sicuri, hanno paura del futuro e le incertezze della politica non aiutano a superarla. Ecco perché si tende al risparmio». E i negozi si adeguano: «in diverse città toscane nelle vetrine campeggiano cartelli con varie tipologie di sconti. Siamo nel mese prima dei saldi e sarebbe vietata ogni vendita promozionale, salvo per i motivi stabiliti dalla legge come la ristrutturazione dei locali o la cessazione dell’attività. E il sentore, purtroppo, è che il 31 dicembre abbasseranno per sempre la saracinesca alcuni negozi, in particolare nei centri storici delle piccole città e nelle periferie di quelle più grandi».