SIENA – La verità sulla violenza sessuale di gruppo denunciata da una 21enne a Siena si cela negli smartphone dei 4 indagati tra cui il calciatore del Genoa Manolo Portanova. Una violenza perpetrata “come passatempo per la serata” secondo quanto sostiene il giudice Jacopo Rocchi che ha accolto la richiesta di applicazione della misura cautelare agli arresti domiciliari per 3 dei 4 indagati.
Gli inquirenti cercano foto e video effettuati in particolar modo da uno dei 4 durante un rapporto sessuale costretto con la violenza in una camera buia dell’appartamento a pochi passi da Piazza del Campo. Per questo motivo, nella mattinata e nel pomeriggio di giovedì, saranno eseguiti gli accertamenti irripetibili sui telefoni cellulari dei 4 indagati, 3 di loro agli arresti domiciliari, e della vittima che ha testimoniato di aver visto dei flash durante la violenza. All’esame degli inquirenti ci saranno poi anche chat private e profili social.
“Non escludiamo che eventuali foto e video possano essere anche stati diffusi in chat private e a quel punto scatterebbe in automatico anche la contestazione dell’ipotesi di reato di revenge porn” ha spiegato Jacopo Meini, avvocato della 21enne senese. Intanto questa mattina il calciatore Portanova si è avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia di fronte al giudice Jacopo Rocchi e al pm Nicola Marini.
Stessa strategia seguita nei giorni scorsi da un cugino del calciatore, anch’esso agli arresti domiciliari. Di rapporto consenziente ha invece parlato l’amico dei due. Il quarto indagato è un minorenne. Nei confronti dei primi 3 martedì scorso sono state eseguite le misure cautelari “connesse al rischio concreto ed attuale di reiterazione di reati della stessa natura”.
Una decisione che ha valutato anche la “altamente verosimile premeditazione dell’evento stesso”. Alla base della scelta della misura cautelare la valutazione che “gli odierni indagati, infatti, hanno dimostrato di essere in grado di organizzare un gravissimo episodio di violenza sessuale di gruppo come passatempo per la serata”. Accuse pesanti per Portanova e gli altri indagati vista “la gravità della condotta, la gratuità delle violenze, la ‘specializzazione’ dimostrata nel coordinarsi”.
Nei telefoni cellulari la verità sulla notte tra il 30 e 31 maggio quando una 21enne senese invaghitasi del calciatore Portanova da alcune settimane, mai e poi mai avrebbe pensato di poter diventare l’oggetto del “passatempo per la serata”.
Presunta violenza sessuale su 21 enne, il calciatore non risponde al giudice