La presidenza del Consiglio dei Ministri si è costituita parte civile nel processo sulla multinazionale farmaceutica Menarini che si è aperto oggi davanti al collegio della seconda sezione penale del tribunale di Firenze. Tra i cinque imputati ci sono Lucia e Alberto Giovanni Aleotti, figli del patron Alberto Aleotti, 90 anni, la cui posizione è stralciata perché interdetto dal tribunale civile e giudicato, dopo una perizia medica, incapace di poter partecipare coscientemente al processo. Altri imputati sono manager dell'industria e stretti collaboratori. La presidenza del Consiglio sarà parte civile solo relativamente all'imputazione per corruzione mentre il processo tratterà anche altre accuse fra cui, a vario titolo, quelle di riciclaggio, reimpiego di capitali provento di illecito, evasione fiscale.

I fatti del processo La vicenda è quella indagata dalla procura di Firenze sul commercio internazionale di principi attivi per la produzione di farmaci attraverso società fittizie cartolari straniere (130, la maggior parte con sede a Panama), controllate da Aleotti, tramite cui furono costituiti fondi all'estero (leggi). Notevole, durante l'inchiesta, il maxi-sequestro di 1,2 miliardi di euro, somma poi dissequestrata dopo una serie di ricorsi, nella quale, per l'accusa, una quota proverrebbe da delitti di truffa, altra dalla corruzione e da frodi fiscali. Oltre un centinaio le parti civili costituite, tra cui molte Asl, di varie parti d'Italia. L'ASl 10 di Firenze ha prima indicato ai giudici di volere la società Menarini responsabile civile nel processo, poi a fine udienza ha ritirato la richiesta. Prossima udienza il 14 marzo.