Mazzette, tangenti, bustarelle, stecche. Ma anche viaggi, soggiorni in località esotiche, contributi (all'insaputa) per l'acquisto di case. Sono tante le parole e le forme in cui s manifesta in Italia la corruzione e la concussione. In questi ultimi tempi politici e funzionari sono stati "pizzicati" nelle situazioni pèiù strane e sorprendenti, con rotoli di soldi nei tubi di casa, con vacanze pagate, case comprate, o anche con soldi dentro pacchetti di sigarette e affini. Un fenomeno che costa al Paese 60 miliardi di euro all’anno. Una cifra che in vent’anni, dai tempi della prima Tangentopoli di Mario Chiesa, non è mai diminuita. Anzi, ha assunto via via forme sempre più diverse fino a diventare, purtroppo, fisiologica al sistema pubblico. O almeno ad essere così percepita dall’opinione pubblica.

Le proposte di una commissione di esperti Il governo Berlusconi aveva più volte annunciato un disegno di legge anticorruzione che però non ha mai visto la luce. Adesso il governo Monti, con il ministro della Funzione pubblica,Filippo Patroni Griffi, lancia il suo piano anti corruzione affidato ad una commissione scientifica che ha reso note le sue proposte concrete . Nella speranza che presto diventino legge dello Stato. Tra le misure proposte anche l’ipotesi di premi e anonimato per chi denuncia reati contro la pubblica amministrazione, un sistema di rotazione per i funzionari che lavorano nei settori più a rischio, e nuove incompatibilità.
 
Presto disegno di legge anticorruzione«La lotta alla corruzione è una priorità per il Governo – ha commentato il ministro Patroni Griffi -. Accolgo con soddisfazione il lavoro della commissione. Posso affermare sin d'ora che dai suggerimenti che mi sono stati avanzati trarrò lo spunto per elaborare emendamenti da presentare al disegno di legge anticorruzione, attualmente in discussione alla Camera».

Le proposte della commissione Piani di prevenzione Nello studio viene suggerito al Governo di “prevedere e imporre l’adozione da parte delle singole amministrazioni di adeguati piani interni con la finalità di prevenzione”. Premi e anonimato La commissione ritiene necessario prevedere, a tutela del dipendente che segnala illeciti, un sistema premiale che incentivi la segnalazione. Più monitoraggio e più rotazione Avviare un monitoraggio dei rapporti tra l’amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano i contratti o che sono interessati in procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici. Si suggerisce anche di intensificare la rotazione degli incarichi nei gangli procedimentali più a rischio. Stop ai conflitti di interesse La commissione propone di regolare i rapporti tra i titolari degli incarichi amministrativi e gli interessi esterni ponendo divieti laddove finiscano per influire negativamente sull’indipendenza del funzionario. Per esempio: parentele, conflitti di interesse etc, etc. Responsabilità disciplinare Rafforzare lo strumento disciplinare nella prospettiva del contrasto dei fenomeni di corruzione e dei conflitti di interesse, anche attraverso l’integrazione delle ipotesi di licenziamento disciplinare. Rendere noti i patrimoni Si propone di rendere pubblici “i dati relativi ai titolari di incarichi politici, di carattere elettivo o comunque di esercizio di poteri di indirizzo politico, di livello statale, regionale e locale: dati quantomeno riguardanti la situazione patrimoniale complessiva del titolare al momento dell’assunzione della carica, la titolarità di imprese, le partecipazioni azionarie proprie, del coniuge e dei congiunti fino al secondo grado di parentela”. Viene anche chiesto di rendere pubblici i dati reddituali e patrimoniali almeno dei dirigenti.

Italia al 69 posto nel posto per corruzione Un recente rapporto, elaborato da “Transparency International Independent” per il 2011 indica il nostro Paese al 69° posto, insieme a Macedonia , Ghana e Samoa, tra i paesi del mondo per corruzione percepita. In pratica, la Nuova Zelanda è percepita come la nazione meno corrotta sulla terra, mentre la Somalia e la Corea del Nord sono viste come le più corrotte. Al top nazioni come Danimarca, Finlandia, Svezia, Norvegia e i Paesi Bassi. Il rapporto è visibile sui siti www.transparency.org e www.sportellodeidiritti.org.

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