E’ Lupi in arrivo, la monumentale installazione di Liu Ruowang che ci fa riflettere sull’atteggiamento predatorio dell’uomo nei confronti della natura. Le opere saranno esposte nel capoluogo toscano a partire dal 13 luglio e fino al 26 ottobre in due spazi di prestigio: Piazza Pitti e Piazza Santissima Annunziata, e si misureranno con l’idea di armonia compresa nell’Umanesimo. I lupi che compongono questa installazione fronteggeranno due edifici emblematici del Rinascimento, Palazzo Pitti e lo Spedale degli Innocenti, dove il grande Filippo Brunelleschi ebbe modo di mettere in pratica la sua concezione dello spazio, delle proporzioni, del ritmo architettonico. Il minaccioso branco di lupi plasmato da Liu Ruowang – composto da ben cento fusioni in ferro, ciascuna del peso di 280 kg – che sembra attaccare un impotente guerriero è un’allegoria della risposta della natura alle devastazioni e al comportamento predatorio dell’uomo nei confronti dell’ambiente. Ed è, nel contempo, una riflessione sui valori della civilizzazione, sulla grande incertezza in cui viviamo oggi – resa ancor più evidente dai drammatici effetti del covid-19 – e sugli effettivi rischi di un annientamento irreversibile del mondo attuale.
Salvaguardia ambientale Lupi in arrivo rappresenta quindi una vera e propria critica nei confronti di un mondo votato all’autodistruzione e i lupi sono un appello disperato alla salvaguardia ambientale di tutto il pianeta. Organizzata grazie a Matteo Lorenzelli, titolare della galleria milanese Lorenzelli Arte, la mostra si propone di instaurare un legame fisico, intellettuale e anche ludico con la cittadinanza, stimolando curiosità e partecipazione, così da avvicinare un pubblico più ampio di quello che frequenta solitamente mostre e musei. Il progetto è stato ideato in occasione delle celebrazioni dei 50 anni di relazioni diplomatiche tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Poplare Cinese – quest’ultima rappresentata dal Console Generale Weng Wengang – e reso possibile dalla collaborazione tra Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi e Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Firenze, che hanno messo a disposizione due spazi tra i più simbolici di Firenze.
Asse Napoli-Firenze Primo evento in uno spazio pubblico all’aperto che vede impegnati il Comune e gli Uffizi dopo i mesi di lockdown, Lupi in arrivo interagisce liberamente con l’architettura cittadina, con i suoi abitanti o con chi è solo di passaggio, rispondendo così a un preciso intento dell’autore, il quale sostiene che «per insegnare amore e rispetto per l’arte alle nuove generazioni, il metodo migliore sia far entrare l’arte nella vita quotidiana, rendendo i musei sempre più accessibili e non solo. Le mie sculture, ad esempio, sono collocate nelle piazze: così l’arte crea anche un legame con gli spazi pubblici. È importante costruire una cultura del bene comune». Prima di arrivare a Firenze, i lupi di Liu Ruowang avevano “invaso” Napoli, dove erano stati posizionati in piazza del Municipio. Lo sbarco della maxi installazione nel capoluogo toscano segna un ideale passaggio di consegne tra i sindaci Luigi De Magistris e Dario Nardella, che hanno dimostrato di credere al messaggio potente della grandiosa opera dell’artista cinese. Il sindaco di Firenze Dario Nardella e l’assessore alla Cultura del Comune di Firenze Tommaso Sacchi: «I lupi ci attaccano o siamo piuttosto noi ad attaccarli? Può esserci invece un equilibrio durevole tra noi e loro e in generale tra uomo e natura? Questa imponente installazione che invade due delle piazze più suggestive e caratterizzanti di Firenze ci induce da un lato a riflettere sul rapporto ancestrale che ci lega alla parte più animalesca dell’uomo e dall’altro conferma Firenze come città d’elezione in Italia per l’arte pubblica: per noi è un onore e un dovere, pur in un momento economicamente difficile per gli effetti gravosi della pandemia che ci ha colpito, continuare nel solco tracciato negli ultimi anni dell’esposizione della migliore arte contemporanea in dialogo con l’anima rinascimentale della città». Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris: «Migrano verso Firenze gli straordinari lupi dell’artista cinese Liu Ruowang. Giunsero da noi in autunno inoltrato e li accogliemmo nella grande piazza Municipio, pronti a sollecitare il dovere morale di tutelare l’ambiente e custodirlo in buona salute per le generazioni che verranno. Nonostante l’aspetto apparentemente minaccioso , sono stati avvicinati da decine di migliaia di cittadini e di turisti, che hanno voluto fotografarsi con loro. Ci hanno poi osservato per tutta quest’amara primavera, incalzandoci a cercare un rapporto più equilibrato con la natura. Buon viaggio a questi lupi furiosi, con l’auspicio che non dovranno più temere gli esseri umani».
Rapporto uomo/natura Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: «In Piazza Pitti, il branco di lupi che si accinge ad entrare nel palazzo attraverso il portone centrale ci ricorda immediatamente il cupo contrattacco della natura nel classico ‘Gli uccelli’ di Alfred Hitchcock, ma richiama alla nostra mente anche la recentissima esperienza di tante specie selvagge rientrate nella nostra città durante il recente lockdown. È la metafora del rapporto uomo/natura. Con la presenza dei lupi di Liu Ruowang nelle nostre piazze – lupi eleganti, dalla chioma cesellata come negli antichi bronzi cinesi – avremo molti mesi per pensare a come contribuire al rispetto degli equilibri del pianeta». Liu Ruowang (1977) è uno dei maggiori artisti cinesi contemporanei. Scultore e pittore, il suo è un percorso originale collocato nel solco della tradizione cinese, e che amalgama elementi trasversali con aspetti peculiari della sua tradizione. Partendo dalla considerazione che la storia dell’uomo è anche la storia del suo rapporto con la natura, l’artista cinese attinge, da un lato, alla cultura del suo paese e dall’altro a quella occidentale, e attraverso richiami alla globalizzazione, rappresenta la moltiplicazione delle varie identità sia reali che virtuali. La dimensione filosofica di Liu Ruowang è anche una vera e propria denuncia dei rischi provocati dalla perdita dei valori umani, mortificati dal sistema oppressivo della vita contemporanea, teatro di dolore e violenza. L’installazione Lupi in arrivo è frutto della produzione dell’ultimo decennio che va considerata a pieno titolo la maturità artistica di Liu Ruowang. La propensione del maestro cinese per le grandi dimensioni fa sì che le sue opere sfiorino la monumentalità senza però costituire una presenza ingombrante né ostacolare la percezione del contesto circostante. Le forme, grazie a uno studiato impatto scenico e al loro dinamismo, vengono avvertite come attori che occupano lo spazio senza appropriarsene, con un senso ciclico del moto che ripropone scene e suggestioni nel continuum temporale. «I lavori sono presentati in gruppi – afferma l’artista – perché la ‘pluralità’ è il tipo di forma e di forza di cui ho bisogno quando sono intento a esplorare la relazione tra l’essere umano e l’ambiente, anche alla luce del fatto che la Cina è da tempo un paese che porta avanti uno spirito collettivista. Creare i miei lavori in serie o gruppi corrisponde per me a un linguaggio strutturale del mio fare artistico che supera il linguaggio scultoreo». Dietro la monumentalità dell’installazione, inoltre, c’è un aspetto caro all’Oriente quanto all’Occidente, perno centrale di tutta la produzione di Liu Ruowang, e cioè la capacità di polarizzare l’ambiente e lo spazio attraverso una narrazione semplice e sublime, che adatta i toni epici del mito all’odierna civiltà, dominata dal progresso scientifico e tecnologico, sempre più in conflitto con l’ordine naturale. Molti sono i lavori di Liu Ruowang dedicati al mondo animale: primati, figure antropomorfe, sagome di uccelli estinti e tante creature fiere e selvagge come quelle ritratte nelle sue enormi tele dipinte a olio. I soggetti dapprima rappresentati come costretti in una posa immota, afoni e ricchi solo di un «suono muto» – sottolinea Luca Massimo Barbero – sono in realtà degli agitatori di coscienza, degli inevitabili segnali di allarme, di una transitorietà dell’uomo e del Mondo che li scuote dalla loro immobilità di materia (il clamore del bronzo, il suono del metallo) e ci trasmette la complessità dell’ “essere al mondo”.