povertàIl tasso di povertà relativa resta la metà di quello nazionale, il 5% contro una media italiana del 10,4%, ma in Toscana preoccupano gli indigenti cronici. È questo che emerge dal rapporto Caritas 2016 divulgato a palazzo Strozzi Sacrati. Il dossier parla di un ‘intrappolamento’ di almeno 5mila persone che negli ultimi 6 anni sono finite a chiedere aiuto ai centri d’ascolto in Toscana di Caritas e che si sono trovate impossibilitate a ripartire e a riprogettare una vita economicamente emancipata.  

L'assessore regioanle alal sanità Stefania Saccardi
Stefania Saccardi

Il commento Questo dato viene preso in grande considerazione dall’assessore regionale al Sociale, Stefania Saccardi. «Quella dell’intrappolamento è la parte che forse ci preoccupa di più – confida, nel corso di una conferenza stampa-. Tutto ciò chiede alle istituzioni di lavorare sempre di più in progetti di inclusione e di autonomia, che consentano dopo un primo periodo di presa in carico di poter uscire dal circuito della povertà». L’altro dato importante, evidenzia, «è che diminuisce la forbice fra italiani e stranieri. Ci sono sempre più italiani nella presa in carico dei servizi sociali e che si rivolgono alla Caritas rispetto alla tradizionale popolazione straniera e c’e’ un dato significativo di persone prive di lavoro».  

I numeri della povertà in Toscana È il contraccolpo della crisi. L’incidenza dei migranti fra le persone indigenti aiutate è scesa costantemente negli ultimi anni, dall’80,1% del 2007 al 63,9% del 2015. Di pari passo, gli italiani assistiti falcidiati dalla recessione economica sono passati dal 19,9 al 36,1% del totale. Sul fronte dei migranti, rilevante è il contributo offerto ai richiedenti asilo: sono 2.415 quelli che hanno ricevuto, ad ottobre di quest’anno, un sostegno dalla Caritas e dalle strutture ecclesiali. La povertà cronica, peraltro, fa diminuire il numero globale di persone incontrate dalla Caritas nel 2015: 22.041, in calo del 15,4% rispetto ai 12 mesi precedenti. Determinante nel gettare i toscani verso l’indigenza e’ la mancanza di un lavoro, riscontrata nel 75,1% dei casi di chi ha bussato a uno dei centri di ascolto. D’altro canto, ben il 18,1% avrebbe un reddito da lavoro o da pensione ma è talmente esiguo da non poter arrivare con serenita’ alla fine del mese. In crescita, invece, la percentuale di poveri che vivono in un’abitazione stabile, dal 63,7 del 2014 al 70,1% dell’anno scorso.