Tutto da rifare, o meglio, tutto sospeso secondo copione. In perfetto stile italico il Decreto proroghe del Governo Monti ha deciso, viste le pressioni da parte di Anci e delle Regioni coni ricorsi pendenti alla Consulta, di rinviare di 12 mesi l’obbligatorietà delle unioni e l’associazione di alcuni dei servizi fondamentali. Risultato? Quei Comuni che hanno messo in discussione la propria autonomia per adeguarsi alla legge si ritrovano con unioni mal costituite e messe in piedi in fretta e furia con un’efficienza tutta da riscrivere e risposte traballanti da dare ai cittadini in termini di qualità e efficacia. Chi, invece, se n’è fregato ha ricevuto in premio una proroga di un anno con cui adeguarsi con tutta calma e probabilmente sperare di rimanere allo stato legislativo attuale. L’Italia dei due pesi e delle due misure ha colpito ancora.