camping colleverde
Siena, camping Colleverde

Le forze politiche, a partire dal Pd, «organizzino una risposta» per gestire la ristrutturazione istituzionale legata all’abolizione delle Province. È quanto sollecita con preoccupazione Alessandro Starnini, già presidente della Provincia di Siena e vice presidente del consiglio regionale, affrontando, tra l’altro, il futuro del campeggio di Colleverde nel capoluogo e delle Terme Antica Querciolaia a Rapolano.

Campeggio di Colleverde «La Provincia – afferma – vorrebbe vendere il campeggio di Colleverde di cui è proprietaria al 50%, l’altra metà è del Comune di Siena, da quando la Regione le affidò le competenze sul turismo, abolendo le Apt. Ma la struttura, data in gestione, le rende 100-140mila euro all’anno. Io non credo che possa vendere quel bene senza rischiare di fare un danno ai Comuni, a cui sono tornate le competenze sul turismo. Vendere ma rinunciare a un’importante entrata annuale per finanziare un fondo comune per progetti turistici? Per me è un errore, la tenuta del bilancio della Provincia non è un argomento sufficiente».

terme aq
Rapolano Terme, Antica Querciolaia

Terme Antica Querciolaia Un altro tema caldo, le terme. «La Provincia  vuole vendere (e anche i Comuni) le proprie quote pari a circa il 40% (80% con i Comuni), in sostanza privatizzare interamente la società . Sarebbe sbagliata una contrarietà di principio– sostiene Starnini –, ma non basta che ci sia qualcuno disposto a comprare per decidere di vendere, se non altro per il rispetto rigoroso di un principio di concorrenza». L’ex presidente della Provincia ricorda che «ancora non c’è alcuna norma che obblighi a vendere, comunque enti e cittadini dovrebbero discutere approfonditamente, evitando superficiali e sbrigative decisioni. E lo dice uno che qualche privatizzazione l’ha fatta».

Mancano le strategie Per Starnini il problema è la mancanza di strategie: «Quali sono le motivazioni e gli obbiettivi? Quali e quanti investimenti chiediamo a chi vuole comprare e con quali tempi e garanzie? Quali progetti territoriali collegati? Utilizziamo i ricavi della vendita per ridurre il debito? Con quali effetti concreti a beneficio di servizi e tariffe per i cittadini?». Anche qui, «non si dovrebbe procedere senza una confronto pubblico con i cittadini». E ancora su azioni e ruolo dell’ente provinciale in Sienambiente, Fises, Fondazione Mps, «non sarebbe il caso di discutere e avere un progetto ben definito sul superamento della Provincia e la riorganizzazione che comporta, magari inventandosi un po’ di cose nuove e utili come l’abolizione del piano territoriale di coordinamento urbanistico, non più previsto dalle leggi nazionali, o una organizzazione unitaria tra Provincia, Comuni, Consorzi di bonifica per tutte le manutenzioni?».

Diventati “espressione geografica” Il nodo politico, conclude, è che qui le Province «hanno svolto un ruolo di governo generale, sono state bene o male un riferimento in molti campi dello sviluppo, hanno dato un peso politico, istituzionale e territoriale alla Toscana extra area metropolitana fiorentina. Oggi noi della Toscana-Etruria (Siena, Arezzo, Grosseto) stiamo diventando una semplice “espressione geografica”, come un capo austriaco diceva dell’Italia. O si fa il Pd della Toscana-Etruria o non si conterà nulla».

*articolo pubblicato su La Nazione Siena del 26 aprile 2016