Sistema dei controlli troppo oneroso e incertezze interpretative. A dieci mesi dal riconoscimento della Dop (Denominazione di origine protetta), per la Cinta Senese ci sono più i problemi che i vantaggi. Per questo servono iniziative concrete chieste a gran voce dai presidenti di Cia Toscana, Giordano Pascucci, e di Cia Siena Luca Marcucci all’assessore all’agricoltura della Provincia di Siena Anna Betti (anche nelle funzioni di coordinatore degli assessori provinciali) e per conoscenza al dirigente del Dipartimento Agricoltura della Regione Toscana (settore produzioni animali).
Le richieste Nella lettera inviata ieri, la richiesta di convocazione di incontro urgente che coinvolga tutti i soggetti interessati per affrontare le problematiche e le prospettive della filiera della razza Cinta Senese e della relativa denominazione. Sono 84 le aziende zootecniche che allevano Cinta senese e vendono a marchio Dop di cui 37 in provincia di Siena. «C’è necessità – dicono Pascucci e Marcucci – di avviare una riflessione fra tutti i soggetti della filiera, a partire dalla rappresentanza del mondo agricolo, sulle problematiche emerse a seguito dell’ottenimento della Dop e delle incertezze interpretative della norma pervenute dal Mipaaf riguardo alle forme di utilizzazione della dizione “Cinta Senese”, nonché degli aspetti relativi al sistema dei controlli, – (troppo oneroso e carico di burocrazia per gli allevatori), e delle attività Consorzio di Tutela. In particolare – continuano -, per quanto riguarda il Consorzio di Tutela, a seguito del riconoscimento della Dop, è emersa la necessità di provvedere con urgenza agli adempimenti relativi alle modifiche statutarie ed al rinnovo degli organi; tutte condizioni indispensabili sia per il rilancio delle attività istituzionali del Consorzio stesso, che per porre in essere azioni ed iniziative finalizzate allo sviluppo della denominazione ed al rafforzamento delle relazioni della filiera».